Afghanistan, ecco i primi 100 giorni dei talebani al potere

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Di Redazione Metropolitan

Il 14 agosto 2021 i talebani prendevano ufficialmente il potere in Afghanistan dopo 20 anni. Sono passati 100 giorni da allora. Giorni segnati da violenza, diritti negati alle donne e dall’acuirsi della crisi economica e umanitaria.

Il regime dei talebani in Afghanistan: 100 giorni di promesse non mantenute

Nonostante la promessa di garantire la sicurezza per tutti i cittadini e formare un governo “inclusivo“, le decisioni prese dai talebani fin qui hanno costantemente tradito queste promesse. Anche il dialogo con l’Occidente è venuto a mancare, tanto che la questione afgana è stata al centro di sei vertici regionali e internazionali, tra cui il G20 a Roma. L’inclusività decantata dai talebani avrebbe dovuto riguardare anche le donne, ma in questi 100 giorni le restrizioni nei loro confronti sono aumentate. Inoltre, dal 14 agosto 257 media afghani hanno chiuso e il 70% dei professionisti del settore ha perso il lavoro. Sei giornalisti sono stati uccisi.

Agosto

14 agosto: i talebani si insediano nel palazzo del Governo. Il presidente Ghani è costretto alla fuga. Nei giorni successivi l’aeroporto internazionale della capitale è preso d’assalto. I cittadini cercano di fuggire, vengono rimpatriati diplomatici e operatori sanitari.

18 agosto: un alto funzionario talebano dichiara che nel paese non ci sarà un sistema democratico, ma vigerà la legge della sharia.  

20 agosto: iniziano rapimenti e uccisioni di giornalisti e lavoratori del settore media.

21 agosto: le donne sono costrette a nascondersi per evitare di essere rapite, violentate e uccise.

26 agosto: avviene il primo attentato dall’insediamento dei talebani. All‘aeroporto di Kabul muoiono 72 civili e 23 marines USA.

Settembre

1 settembre: a Kandahar, seconda città del Paese e culla degli “studenti coranici”, i talebani sfilano con le armi dell’esercito USA.

6 settembre: i talebani annunciano la conquista della Valle del Panshir.

7 settembre: il nuovo governo assegna i posti più importanti a jihadisti e terroristi, escluse donne e minoranze.

8 settembre: i talebani usano fruste e bastoni contro un gruppo di donne che protestano a Kabul per la mancanza di rappresentanza femminile.

12 settembre: il ministro dell’Istruzione annuncia che non ci saranno classi miste nelle scuole e università, in quanto contrarie ai principi dell’Islam.

18 settembre: la Commissione Indipendente per i Diritti Umani denuncia l’occupazione della propria sede da parte dei talebani.

21 settembre: i principali membri del governo talebano incontrano inviati speciali di Russia, Cina e Pakistan.

Ottobre

3 ottobre: almeno 5 persone muoiono in un attentato alla moschea di Kabul.

10 ottobre: le autorità annunciano che le nicchie dove si potevano ammirare le splendide statue dei Buddha di Bamyan saranno protette dal governo talebano.

12 ottobre: il ministro degli Esteri dei talebani dice che “l’Afghanistan è pronto ad aprire una nuova pagina di rapporti con la comunità internazionale“, ma chiede agli altri Paesi di “non interferire con i propri affari interni”.

Novembre

2 novembre: almeno 25 persone perdono la vita nell’attentato all’ospedale militare di Kabul, rivendicato da una branca locale dell’Isis.

11 novembre: una delegazione talebana guidata dal ministro degli Esteri si reca in Pakistan per la prima visita ufficiale internazionale.

11 novembre: il portavoce dei talebani assicura che l’Isis-Khorasan “non è una grande minaccia”, riferendo che circa 600 affiliati sono stati arrestati.

12 novembre: un’esplosione in una moschea dell’Afghanistan orientale causa tre morti e 15 feriti.

21 novembre: i talebani chiedono alle televisioni di non trasmettere più serie con attrici donne. Ordinano anche il divieto di diffondere programmi che mostrano il profeta Maometto e altre figure sacre. Le giornaliste dei telegiornali devono portare il velo quando vanno in onda.


Giulia Panella

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