Oggi si celebra in tutto il mondo il Giorno della memoria per ricordare la Shoah ebraica perpetrata dai nazisti. Anche il cinema ha dato il suo eccezionale contributo diventando memoria storica del più brutale crimine commesso nella storia dell’umanità con bellissimi lungometraggi famosi e non. Ecco cinque film da non perdere e da vedere sull’Olocausto.

Giorno della Memoria, la storia di Louis Malle e Jona Oberski

Cinque film sul Giorno della Memoria, fonte giffonifilmfestival.it
Arrivederci ragazzi, fonte giffonifilmfestival.it

La nostra carrellata di film dedicati al Giorno della Memoria ci porta inizialmente nel 1987 alla riscoperta di una pellicola firmata da uno dei nomi più importanti della Nouvelle Vague come Louis Malle. Il film, premiato con il Leone d’Oro a Venezia 44, s’intitola “Arrivederci ragazzi” ed è la storia drammatica, ambientata nel 1944, dell’amicizia tra un studente francese ed un ragazzo ebreo nel Collegio dei Carmelitani Scalzi di Fontainebleau. Per realizzare questo film intenso, toccante e che rappresenta uno strumento importante per mostrare ai più giovani la tragedia della Shoah, Malle si ispirò alla propria vicenda personale ricordando gli anni passati al convitto Petit-Collège ad Avon. Qui nel 1944 erano veramente stati nascosti ragazzi ebrei nel tentativo di farli sfuggire alle persecuzioni naziste.

Nel 1993, invece Roberto Faenza riadattò per il grande schermo il libro autobiografico di Jona Oberski intitolato “Anni d’infanzia. Un bambino nei lager”, realizzando un piccolo e dimenticato capolavoro con la colonna sonora del compianto e grande maestro Ennio Morricone. Il film, che ricevette diverse candidature ai Nastri d’argento e ai David di Donatello in cui lo stesso Faenza trionfò per la miglior regia, è “Jona che visse nella balena”. Questo lungometraggio è la storia di Jona Oberski, deportato a soli 4 anni nei campi di concentramento e degli orrori a cui è sopravvissuto. Molto toccanti sono le scene nel lager come quella della morte del padre di Jona e del cuoco dei tedeschi che a suo modo cercava di aiutare i prigionieri.

La testimonianza di Primo Levi e la banalità del male

La nostra rassegna di film sull’Olocausto ci porta nel 1997. Quell’anno, con tanto di trionfo ai David di Donatello e candidatura alla Palma d’oro al Festival di Cannes, Francesco Rosi riuscì a portare sullo schermo, realizzando un film omonimo, “La tregua” di Primo Levi. Aperta dalla drammatica sequenza dei nazisti che cancellano le prove dei loro crimini prima di fuggire e dalla sequenza dei soldati russi a cavallo che arrivano ad Auschwitz e dalla successiva liberazione de lager, è una pellicola lucida e struggente arricchita dalla grande interpretazione di John Turturro nei panni di Primo Levi con diversi momenti toccanti. Uno fra tutti è senza dubbio quello in cui i deportati bruciano le loro divise dopo la liberazione mentre Levi decide di tenere la sua per non dimenticare, nell’attesa del suo viaggio per il ritorno a casa che il film e l’omonimo libro raccontano.

Nel 2001, invece, Frank Pierson realizza un film drammatico per la televisione intitolato “Conspiracy – Soluzione finale” che racconta l’Olocausto da un punto di vista diverso perché al centro della scena non ci sono le vittime ma bensì le menti che hanno partorito l’infamia della soluzione finale. Il fulcro principale della trama di questo film, vincitore di due Emmy e con un cast eccezionale in cui spiccano Colin Firth, Stanley Tucci e Kenneth Branagh, è infatti l’inquietante conferenza di Wannsee. In quest’occasione, raccontata da Pierson con una lucidità che permette di comprendere a pieno l’incubo della cosiddetta banalità del male, gerarchi nazisti di primo livello, rappresentanti di tutti i ministeri del Reich, si riunirono per discutere e approvare la cosiddetta soluzione finale per la questione ebraica dando inizio al dramma della Shoah.

La signora dello zoo di Varsavia, una storia riscoperta

L’ultimo film che vi consigliamo di vedere nella nostra rassegna cinematografica sul Giorno della Memoria è del 2017. S’intitola “La signora dello zoo di Varsavia” e ci narra un altro punto di vista diverso sull’Olocausto. Nel film di Niki Caro tratto dal libro “The Zookeeper’s Wife: A War Story” di Diane Ackerman basato sui diari di Antonina Erdman Żabiński, viene infatti raccontato il dramma della Shoah visto dagli occhi di chi non stette a guardare ma si diede da fare per salvare più ebrei possibili. In una maniera spettacolare ricca di suspense e momenti di tensione drammatica la Caro ha portato sul grande schermo la storia di Jan Żabiński, il direttore dello zoo di Varsavia che con l’aiuto della moglie salvò, nascondendoli in casa sua e nelle gabbie delle zoo 300 ebrei, tra amici e sconosciuti.

Stefano Delle Cave

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