Giosuè Carducci, un classicista moderno

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Di Redazione Metropolitan

Il 16 febbraio del 1907 ricorre l’anniversario della morte di Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci. Primo italiano a vincere il Premio Nobel per la letteratura, Carducci fu filologo e critico, con una spiccata passione per l’antichità classica.

I suoi scritti propongono infatti un classicismo vitale ed energico. Si tratta di un modello che vuole porre come riferimento elevato per la cultura. Tuttavia la poesia deve, attraverso un linguaggio e tematiche riprese dal mondo greco e latino, raccontare la realtà contemporanea senza introdurre elementi surreali o inquietanti come quelli del romanticismo.

Giosuè Carducci - Photo credits: versilia.org
Giosuè Carducci – Photo credits: versilia.org

Giosuè Carducci, i primi anni

Nato nel 1835 a Valdicastello, vicino Lucca, cresce immerso paesaggio toscano della Maremma. Questi anni giovanili rivestono un ruolo fondamentale per la sua sensibilità che resterà sempre impregnata di un’idea di natura incontaminata, energica e vitale. Dopo i primi studi, nel 1853 viene ammesso alla Scuola Normale Superiore di Pisa dove si laurea in Filologia. Partecipa agli incontri della società “Amici Pedanti” che si batteva per un ritorno al classicismo della letteratura contro la modernità e le nuove idee romantiche.

Avvia fin da subito un’intensa attività editoriale che viene affiancata dalla vicinanza agli ideali dei moti risorgimentali. Carducci così descriveva se stesso:

Sono superbo, iracondo, villano, soperchiatore, fazioso, demagogo, anarchico, amico insomma del disordine ridotto a sistema; e mi è forza fare il cittadino quieto e da bene.

Francobollo celebrativo per i 100 anni dalla morte di Giosuè Carducci - Photo credits: wikipedia.org
Francobollo celebrativo per i 100 anni dalla morte di Giosuè Carducci – Photo credits: wikipedia.org

Da repubblicano a monarchico

Inizia a insegnare a Pistoia e poi dal 1960 a Bologna. Qui appoggia gli ideali repubblicani e giacobini fino ad approdare a un aspro anticlericalismo che lo conduce alla sospensione dall’insegnamento. Nonostante i numerosi lutti che si trova costretto ad affrontare, Carducci riesce a non interrompere mai la scrittura, raggiungendo un grande successo come poeta.

Eppure gradualmente accetta il ruolo monarchico di casa Savoia, fino a diventare il vate dell’Italia umbertina con la nomina a Senatore del Regno nel 1890. Morirà a causa di una broncopolmonite, appena un anno dopo la nomina al Nobel per la letteratura nel 1906.

Immagine di copertina: Alessandro Milesi, Ritratto di Giosuè Carducci – Photo credits: regione.emilia-romagna.it

di Flavia Sciortino

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