L’attrice Giovanna Mezzogiorno, vittima di body shaming, ha raccontato la sua esperienza nel cortometraggio Unfitting scritto e diretto dalla stessa Mezzogiorno, che sarà presentato alla Festa del Cinema di Roma in programma dal 18 al 29 ottobre.

Giovanna Mezzogiorno e il body shaming: l’attrice racconta la sua esperienza in un cortometraggio

Giovanna Mezzogiorno
Ph: Tgcom24

L’attrice romana racconta la sua esperienza di body shaming nel cortometraggio ‘Unfitting‘, – letteralmente inadeguata, inadatta – che segna anche il debutto alla regia di Giovanna Mezzogiorno. Nel cast Ambra Angiolini e Fabio Volo; la pellicola narra la storia di un’attrice che deve fare i conti con il cambiamento del proprio corpo, sul set. Dopo due gravidanze e alle soglie dei cinquant’anni l’attrice, interpreta da Carolina Crescentini, inzia a sentirsi inadeguata. Si tratta di un cortometraggio autobiografico e, come ha dichiarato la stessa Giovanna Mezzogiorno in un’intervista de La Repubblica:

”Sono stata molto criticata – non apertamente, non te lo dicono in faccia – quando avevo preso molto peso e non corrispondevo più all’immagine che le persone avevano di me. Ma non è un corto in cui ci si piange addosso; c’è grande ironia, bisogna saper ridere di cose che ci hanno fatto soffrire in passato”.

Successivamente, ha poi aggiunto:

 ”La maggior parte si è rotta le scatole di essere vincolata a questi modelli di bellezza. Il termine bellezza è opinabile, diciamo che questi modelli di pseudo perfezione fanno sentire la maggioranza delle persone – non tutti siamo modelli – in una condizione di disagio. A molti livelli: sul lavoro, in famiglia, tra amici”.

Rispettare un canone adeguato e le campagne per promuovere la diversità della bellezza: un mondo non sempre veritiero

A proposito del body shaming subito, afferma:

 “Non mi ero resa conto di quanta falsità ci fosse intorno a me, registe che inneggiano di essere dalla parte delle donne e non lo sono affatto. In tanti hanno addirittura chiuso i rapporti. Poi sono entrate in campo le leggende, che ero malata, e tanti altri mi hanno scansata. Non importa, meglio. Alla fine è una presa di coscienza del fatto che le persone ti stimano e ti vogliono finché corrispondi alla loro idea e al loro canone”.

E sulle campagna per promuovere l’unicità e la diversità della bellezza conclude:

“Sono tutte boiate. La realtà non funziona così. Le cose continuano esattamente allo stesso modo, proprio come racconta il mio Unfitting”.

Foto in copertina: Il Messaggero

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