“Girl Power”: Moxie contro sessismo e ipocrisia

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Di Redazione Metropolitan

Amy Poehler, firma la regia del nuovo young adult targato Netflix dal titolo Girl Power, la rivoluzione comincia a scuola, adattamento cinematografico di Moxie, romanzo di Jennifer Mathieu, lasciando spazio alla protagonista sedicenne, stanca dell’ambiente sessista e deleterio radicato nel suo liceo, desiderosa di dare il via ad una vera e propria rivoluzione.

“Girl Power” – Trailer Ufficiale – YouTube

Commedia adolescenziale sul femminismo intersezionale

Il messaggio di Girl Power è evidente come nelle serie Netflix, molte delle quali hanno già fatto parlare di sé. Dal criticatissimo Insatiable, accusato di body shaming, al più acclamato The Crown. Personaggi come Lucy e Claudia, le amiche cinesi e nere di Vivian, sedicenne salutista e apparentemente spensierata che sta per iniziare il suo primo giorno di terza superiore, danno l’idea di intersezionalità: attraverso il concetto che le donne di colore devono affrontare la discriminazione di genere e la disuguaglianza razziale.

Ed è qui che la nostra protagonista, ispirata dalla madre e da una nuova compagna di classe, molestata dal quarterback della squadra di football, decide di scrivere e pubblicare una fanzine sotto copertura con il nome di Moxie, nella quale promuove la parità di genere e affronta il patriarcato vigente a scuola, criticandone l’ipocrisia e l’ingiustizia.

Vivian in "Girl Power" con la fanzine sotto copertura "Moxie" - Photo credits - ©Netflix
Vivian in “Girl Power” con la fanzine sotto copertura “Moxie” – Photo credits – ©Netflix

Girl Power: sessismo, ipocrisia e ingiustizia

Il film sottolinea molto il modo in cui i sistemi proteggono la cultura dello stupro attraverso il principale antagonista del film Mitchell Wilson, l’attore Patrick Schwarzenegger, figlio di Arnold, personaggio compiaciuto e punibile assieme alla preside del liceo Marlene Shelly: dalle pacche sul sedere, fino addirittura alla pubblicazione di una lista con i nomi delle studentesse affiancati ad una loro “Migliore qualità” agli occhi dei ragazzi. Tutto ciò accettato passivamente dalle ragazze, e consentito da insegnanti e preside, di conseguenza, complici e parte del problema.

Patrick Schwarzenegger alias Mitchell Wilson in "Girl Power" - Photo credits - ©Netflix
Patrick Schwarzenegger alias Mitchell Wilson in “Girl Power” – Photo credits – ©Netflix

Gran parte dell’umorismo del film proviene dalla madre di Vivian, Lisa Carter, la regista Amy Poehler, infatti, proprio come un altro film Netflix del liceo, To All The Boys: Always and Forever, anche Girl Power si basa molto su montaggi musicali nello specifico delle Bikini Kill, per trasmettere la crescita del personaggio.

"Girl Power", Vivian e Seth in una frame dal film - Photo credits - ©Netflix
“Girl Power”, Vivian e Seth in una frame dal film – Photo credits – ©Netflix

Netflix e l’inclusività: “maschilismo” e “femminismo” messi a confronto

Girls Power, la rivoluzione comincia a scuola di Amy Poehler si dimostra un film maturo lanciando messaggi importanti: in un’epoca in cui in troppi, sostengono che il “maschilismo” sia ormai debellato e utilizzano la parola “femminismo” quasi come un insulto, senza conoscerne il reale significato e la sua origine, ecco che Netflix rilascia al pubblico un altro dei suoi prodotti inclusivi, con l’obiettivo di far comprendere ai più giovani, ma non solo, l’importanza della parità di genere, condizione ancora oggi non completamente realizzata, nonostante i grandi progressi fatti dalla nostra società.

Alycia Pascual-Peña è Lucy - Photo credits: iO Donna, Corriere della Sera
Alycia Pascual-Peña è Lucy – Photo credits: iO Donna, Corriere della Sera

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Giuliana Aglio