Golf e coronavirus: è giusto chiudere i Circoli?

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Di Redazione Metropolitan

Golf e coronavirus, è giusta la chiusura? Negli ultimi giorni, i contagi da coronavirus sono in rapidissimo aumento in tutto il mondo. Vediamo perché è più che condivisibile la decisione di chiudere i Circoli di golf in Italia (ancora 2° nel mondo come numero di contagiati).

Le vie di trasmissione

Come abbiamo ben imparato, le vie di trasmissione del coronavirus sono: per via aerea (saliva, tosse e starnuti), contatto diretto con persone già contagiate (anche se asintomatiche) e toccandosi bocca, naso e occhi. Giocando a golf, tutte queste modalità di trasmissione del contagio sono possibili/probabili.

Non basta chiudere Club House e spogliatoi

All’inizio di quest’epidemia (poi diventata pandemia), tutti i Circoli sono rimasti aperti, con delle limitazioni. Fino all’11 marzo era possibile giocare, senza accedere alla Club House ed agli spogliatoi, in quasi tutti i Circoli era però possibile accedere al bar e al ristorante. Sappiamo ora che è stato un errore lasciar accedere i giocatori ed il personale ai servizi di ristorazione, in quanto causa di aggregazione e contatto diretto.

Golf e Coronavirus
Phil Mickelson nell’atto di rimuovere l’asta, un gesto automatico per ogni golfista.
Photo Credit: PGA Tour

golf e coronavirus: i rischi dello stare in campo

Anche in campo, non saremmo stati esenti da rischi. Innanzitutto, se fosse stato permesso giocare, sicuramente il flight non poteva essere composto da un singolo giocatore. Immaginate le file sui battitori (assolutamente da evitare), ciò avrebbe inoltre comportato una specie di shot-gun con pochissime persone che avrebbero avuto la possibilità di giocare. In aggiunta, anche gli oggetti possono essere veicolo di contagio: esempi comuni sono il rastrello del bunker o all’asta della bandiera. E’ vero che non è necessario toglierla per puttare, ma per raccogliere la pallina in buca (di solito) viene tirata su per recuperare la palla. Si potrebbe comunque prendere la palla senza toccare l’asta, ma dovremmo basarci solo sul buonsenso che in questo periodo, troppo spesso, sembra latitare. Golf e coronavirus non sembrano quindi compatibili.

Golf e Coronavirus
Quando un’immagine vale più di mille parole…Gli effetti di uno starnuto.
Photo Credit: lifestyleonline.com

La potenza di uno starnuto

Ultimo, ma non meno importante, è il rischio connesso agli starnuti. Uno starnuto può raggiungere la velocità di 160 km/h e può produrre circa 40 mila goccioline, alcune delle quali rimanendo sospese in aria, possono contagiare anche se non si è vicini a chi starnutisce. Un colpo di tosse, invece, può raggiungere gli 80 km/h e produce circa 3 mila goccioline.

Meglio chiudere tutto

Ora, lasciando libero accesso al campo e/o al campo pratica, come si può garantire la massima sicurezza per tutti? A malincuore degli appassionati e soprattutto delle persone che vivono con gli introiti dei Circoli (dipendenti, ristoratori, Maestri, etc.), la chiusura totale è la scelta più giusta. Restiamo a casa, non è il momento di rischiare.

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