Il presidente del Niger Mohamed Bazoum è stato rimosso dal suo incarico. Lo hanno riferito i militari del Paese, in un messaggio alla televisione nazionale in cui hanno confermato un colpo di Stato. I militari, che hanno precisato di agire per conto del Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria (CLSP), hanno anche annunciato la chiusura dei confini del Paese e l’imposizione del coprifuoco a livello nazionale. La Costituzione è stata sciolta. “I confini del Paese sono stati chiusi ed è stato dichiarato il coprifuoco a livello nazionale” dalle 22 alle 5 del mattino, ora locale, fino a nuovo avviso, hanno affermato i soldati, aggiungendo che “tutte le istituzioni” del Paese sono state sospese.

Nell’annuncio televisivo, il colonnello Amadou Abdramane, con altri nove soldati in divisa dietro di lui, ha detto: “Noi, le forze di difesa e di sicurezza… abbiamo deciso di porre fine al regime che conoscete”“Ciò segue il continuo deterioramento della situazione della sicurezza e la scarsa governance economica e sociale”, ha proseguito, invitando “tutti i partner esterni a non interferire”.

Secondo quanto riportato dai media locali la guardia presidenziale del Niger ha circondato stamane il palazzo del presidente Bazoum e gli edifici di alcuni ministeri a Niamey, la capitale del paese. Non è il primo tentativo di golpe che subisce il presidente. Il primo avvenne nel 2021, a due giorni dall’inizio del suo mandato, un mese dopo le elezioni.

Immediata è arrivata la presa di posizione degli Stati Uniti che hanno chiesto “la liberazione immediata” del presidente Bazoum. Lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken. “Stamattina ho parlato con Bazoum e ho chiarito che gli Stati Uniti lo sostengono con forza come presidente democraticamente eletto del Niger. Chiediamo il suo rilascio immediato”, ha affermato il segretario di Stato Usa durante una visita in Nuova Zelanda. 

Fonti Ue: molto preoccupati da eventi, Bazoum venga liberato

Il presidente del Consiglio Ue Charles Michel sta seguendo da vicino la situazione insieme all’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell, secondo quanto si apprende da fonti europee. Come spiegano le fonti, il presidente Bazoum si trova nella sua residenza con la famiglia. “Siamo molto preoccupati per questi eventi, che equivalgono a un tentativo di prendere il potere con la forza. Chiediamo immediatamente che il Presidente Bazoum possa riacquistare la libertà”, affermano le fonti. “Condanniamo tutti i tentativi di destabilizzare il Niger. I responsabili di questi atti saranno consegnati alla giustizia. Il Niger è un centro di stabilità e deve rimanere tale”.

Le condanne internazionali e la preoccupazione dell’Italia per il Niger

Il Niger conta oltre 20 milioni di abitanti. Nell’Africa centro occidentale, fa parte del Sahel, e ha lungo passato da colonia francese. La sua posizione strategica desta molte preoccupazioni nella comunità internazionale. Immediata è stata la condanna dell’Unione africana, Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale (Ecowas) e dell’Unione europea, con l’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell che ha criticato fortemente «tutti i tentativi di destabilizzare la democrazia e minacciare la stabilità del Niger». Gli Stati Uniti hanno espresso la loro preoccupazione così come il segretario Onu Antonio Guterres. La Farnesina sta monitorando la situazione ed è in contatto con i 170 italiani presenti nel paese africano. «Stiamo seguendo con preoccupazione gli eventi in Niger, un Paese amico dell’Italia e decisivo per la stabilità del Sahel. Un interlocutore importante sia a livello bilaterale che europeo. L’Italia condanna ogni ricorso alla violenza che metta in pericolo la democrazia», ha twittato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.