Governo-Regioni, torna la cabina di regia: i nodi da risolvere sul nuovo Dpcm

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Di Redazione Metropolitan

Ministro Boccia

Il nuovo Dpcm del mese di ottobre ha imposto l’obbligo di utilizzo della mascherina anche all’aperto durante tutto l’arco della giornata: il rischio è quello di incorrere in sanzioni fino a 1.000 euro. Inoltre, tra i provvedimenti del Dpcm torna anche il divieto di ballo e le relative limitazioni ai festini privati, considerati veicolo primario di contagio tra i giovani. Attenzione al distanziamento sociale e alle buone regole di convivenza con il virus: igienizzare le mani, evitare di toccare naso e bocca, mantenere le distanze dagli altri. Tra Governo e Regioni tornano le cabine di regia messe in atto durante il primo lockdown: l’obiettivo è quello di risolvere i nodi ancora presenti in merito alla capienza dei palazzetti, dei teatri e dei musei.

Governo-Regioni, tornano le cabine di regia

Il decreto approvato dal Cdm sposta la scadenza dello stato di emergenza al 31 gennaio 2020 e inserisce l’obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione durante il giorno in tutta Italia. Tanti sono ancora i nodi da sciogliere in merito ai provvedimenti emanati dal premier Conte, ma il Governo e le Regioni hanno già riattivato le cabine di regia per fronteggiare questi problemi.

Nel corso della riunione tra il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, e il titolare della Salute, Roberto Speranza, infatti, è emersa l’importanza delle cabine di regia locali. “Se lo strumento ha funzionato nei momenti più duri dell’emergenza e per la fase delle riaperture, a maggior ragione può essere utile adesso”, ha sottolineato Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni. Il ministro Speranza ha anche firmato un provvedimento che impone il test per i cittadini che rientreranno da Paesi europei i cui contagi sono in crescita.

Dpcm, i nodi da sciogliere

Se il comparto scuola sta reggendo la riapertura e la ripresa delle lezioni, a spaventare sono invece i palazzetti, i teatri e i musei, posti al centro della discussione tra gli enti locali. “Siamo ora Paese sicuro, grazie alla collaborazione istituzionale – ha detto ancora Bonaccini -. C’è preoccupazione ma non siamo per fortuna nelle condizioni di altri Paesi europei. Bisogna continuare su questa strada”. La richiesta delle Regioni – da quanto si apprende – è quella di limitare gli accessi a un numero contingentato di persone, rilevando la temperatura e imponendo l’utilizzo delle mascherine. Un caso a parte è costituito invece dagli stadi, per i quali la capienza massima è di 1.000 spettatori.

Ci sarà una lunga settimana per discutere su questi temi, che risultano ancora controversi tra il Governo e le Regioni. Rimangono invece invariate le norme sull’isolamento e sulle quarantena. Conte ha predisposto anche una serie di sanzioni per coloro che non rispetteranno gli obblighi di utilizzo dei dispositivi di protezione all’aperto. Il tutto nell’ottica di proteggere e tutelare il diritto alla salute sancito dalla Costituzione. Rimane ferma la possibilità per le Regioni di introdurre misure ancor più restrittive di quelle imposte a livello statale.