Il 30 marzo 1746 nasce Francisco Goya, uno degli artisti più radicali di tutti i tempi, che nella sua lunga carriera ha dipinto luce e tenebre, mostrando di sè due anime contrapposte.
Il mondo di Francisco Goya
Il 30 marzo 1746 nasce Francisco Goya, el pintor, uno degli artisti più radicali di tutti i tempi. L’artista nella sua lunga carriera ha dipinto luce e tenebre, mostrando di sè due anime contrapposte.
Inizia come pittore ufficiale alla corte spagnola a Madrid, esprimendo un arte celebrativa e rassicurante. Questi sono gli anni dei ritratti realizzati per una elegante aristocrazia. Quadri realizzati su commissione che ritraggono gentiluomini, belle dame di corte. Oppure ritratti luminosi, scene a carattere popolare che divertivano l’alta società. Ma in questi quadri è già presente l’innovazione che Goya porta nell’arte, sganciandosi da un ideale di bellezza e ponendo attenzione alla naturalezza degli atteggiamenti.
La luce nei suoi quadri però andrà spegnendosi negli anni. Andando avanti con l’età, le vicende politiche e sociali del suo paese, la guerra, la malattia faranno, a man a mano, prevalere il lato oscuro nelle opere dell’artista. Eppure queste due anime dell’artista riusciranno a convivere per qualche tempo, fino alle vecchiaia che lo porterà all’inquietante ciclo di affreschi detti “Le Pitture nere”.
Goya e la luce delle Majas
Maja è un termine spagnolo che all’epoca indicava una donna del popolo, in genere vestita a festa. Le Majas di Goya sono molto famose. E, probabilmente, la più famosa è La Maja Desnuda al museo del Prado di Madrid. Uno dei nudi più famosi al mondo, quando il nudo ancora non era un soggetto molto rappresentato.
![341px-Majas_on_Balcony_byFrancisco_de_Goya by wikipedia](http://i0.wp.com/metropolitanmagazine.it/wp-content/uploads/2020/03/341px-Majas_on_Balcony_by_follower_of_Francisco_de_Goya-by-wikipedia.jpg)
Ma forse il quadro di Majas più attuale, che più rappresenta questi nostri tempi segnati dalla minaccia del Coronavirus è il quadro “Majas al balcone“. Le due donne sono in balcone, balcone che è confine tra l’intimità della casa e il mondo esterno, con due inquietanti e minacciose figura alle loro spalle. In questo quadro sembrano rappresentate le nostre giornate segnate dall’isolamento e dalla quarantena dettata dall’emergenza. Ai tempi del Coronavirus l’unico affaccio sul mondo è il balcone di casa, mentre su di noi persiste la minaccia del contagio.
Le tenebre delle Pitture Nere
La vecchiaia e soprattutto il sopraggiungere della malattia, che porterà Goya alla sordità, faranno trapelare nelle sue opere le sue insicurezze, le sue angosce. Il lato oscuro, fragile e tormentato da incubi, porteranno il pittore a rappresentare l’abisso dell’inconscio. Goya diventerà così il pittore della paura, della pazzia, delle allucinazioni.
![Il sonno della ragione produce mostri Goya photo da wiki](http://i0.wp.com/metropolitanmagazine.it/wp-content/uploads/2020/03/Francisco_José_de_Goya_y_Lucientes_-_The_sleep_of_reason_produces_monsters_No._43_from_Los_Caprichos_-_Google_Art_Project.jpg)
Con passare del tempo l’artista si troverà ad affrontare con la pittura i demoni interiori che lo tormentavano. Un modo di esorcizzare la paura sarà portare questi mostri nei suoi quadri, per potersene liberare.
Quando nel 1819 el pintor inizia a decorare le pareti della sua casa aveva 73 anni e la paura della morte e la guerra civile che imperversava in Spagna lo aveva privato di ogni speranza.
Su queste pareti Goya da vita una serie di affreschi con tinte fosche e soggetti inquietanti e angoscianti, usciti dai suoi peggiori incubi. Questi lavori sono stati ribattezzati dopo la sua morte in “Pinturas negras” o “Pitture nere”. Una delle scene più scioccanti di questa serie è Saturno che divora i suoi figli. Oggi questo quadro, trasferito da intonaco a tela, è conservato al Museo del Prado di Madrid.
![Saturno divora i suoi figli - F.Goya - Museo del Prado Madrid (photo da Wiki)](http://i0.wp.com/metropolitanmagazine.it/wp-content/uploads/2020/03/800px-Francisco_de_Goya_Saturno_devorando_a_su_hijo_1819-1823-573x1024.jpg)
Il Saturno dei Greci, Crono secondo la mitologia, divora tutti i suoi figli, per paura che, un giorno, avrebbero potuto privarlo del suo trono. L’artista ha scelto di dipingere il momento più cruento di tutta la storia, mentre Crono è impegnato a divorare uno dei suoi figli. In questa tela oltre al chiaro conflitto tra tra vecchiaia e gioventù, è chiara la metafora della insaziabile fame di Crono, il tempo, che divora le nostre vite. Goya è consapevole che il mondo è un luogo dove avvengono cose orribili, e ci regala una allegoria di tutti i drammi, guerre ed epidemie che l’arte aiuta a esorcizzare.
di M. Cristina Cadolini