La celebre frase tratta dall’Amleto di Shakespeare (essere o non essere, è questo il dilemma), è la reazione che suscita la tematica delle energie rinnovabili. Green o non green? Sono tanti i fattori da tenere in considerazione e puntare tutto sul rinnovabile oggi non è la scelta migliore sia per i costi che per l’ambiente.

Green e fabbisogno nazionale

L’essere umano è una creatura energeticamente dipendente. Un certo quantitativo di energia viene consumato quotidianamente. Dalla semplice ricarica dello smartphone, alle fabbriche, agli uffici, ma anche ospedali. Più recentemente, si vede il diffondersi di veicoli elettrici. Produrre energia elettrica ha un costo che non è soltanto economico. L’ambiente subisce dei traumi per poter soddisfare la nostra civiltà energivora.

Le politiche di tutto il pianeta già da qualche anno sono proiettate verso un futuro dove la produzione di energia elettrica non vada in contrasto col rispetto per l’ambiente. Era il 1883 quando ad Appleton, nel Winsconsin (USA), venne attivata la prima centrale idroelettrica al mondo. Il “green”, non è una novità del nuovo millennio. Da allora, sono apparse altre forme di produzione di energia riducendo il più possibile l’impatto ambientale. Oggi si punta maggiormente sul fotovoltaico e sull’eolico. Ma quanto si produce davvero?

Nel nostro paese la copertura è attualmente in aumento. Nel 2020, le energie rinnovabili sono arrivate a soddisfare il 20,4% del fabbisogno. Giunti a quasi un quinto del consumo derivato dal rinnovabile, non ci si può esimere dal tirare le somme. Il 20,4% non è attualmente sufficiente e il recente conflitto in Ucraina ha messo ancor di più in crisi le nazioni dell’UE, costrette a fare marcia indietro, implementando il consumo di carbone per contrastare la mancanza di gas proveniente dalla Russia.

Il conto salato del green

Un impianto eolico per esempio, ha un costo non trascurabile da affrontare e ci sono dei fattori che smorzano ulteriormente il beneficio. La velocità del vento incide particolarmente e una pala eolica può ridurre la produzione anche del 50% in condizioni non favorevoli. Inoltre, la resa è stimata tra il 30% e il 50% della capacità totale. Stesso discorso per il fotovoltaico che non funziona nelle ore notturne e in giornate particolarmente nuvolose.

Il fabbisogno energetico italiano annuale si attesta sui 300 miliardi di kilowattora (300 terawattora). Tenendo conto delle spese iniziali di installazione, l’eolico costa oggi circa 0,45€/kWh. Moltiplicando questo dato per il fabbisogno annuale italiano, si ottiene una spesa totale di 135 miliardi di euro se si volesse puntare esclusivamente sul vento, non avendo la certezza che sia sufficiente.

Un impianto fotovoltaico produce molta meno energia di quanto si pensi. In Italia un impianto da 3 kilowatt, eroga circa 3500 kilowattora all’anno. Il consumo pro capite, è mediamente di 4775 kilowattora annuali. Pertanto, un impianto non è sufficiente a soddisfare nemmeno il fabbisogno del singolo cittadino.

Qualora il fattore economico non bastasse, le dimensioni di una pala eolica e il relativo ingombro necessiterebbero di un enorme spazio dedicato ai soli impianti, stesso discorso per il fotovoltaico. Un impatto sull’ambiente che sarebbe a dir poco devastante.

Nucleare: non prorio green ma la più conveniente

Gli italiani si sono dimostrati più volte non favorevoli all’energia dell’atomo. Il nucleare incute timore e anche se gli standard di sicurezza sono saliti notevolmente, è sempre in agguato la paura di ritrovarsi di fronte a una nuova Chernobyl o una Fukushima. Questo si traduce purtroppo nel dover fare affidamento alle vecchie centrali a gas e carbone che riversano tonnellate di Co2 nell’atmosfera. Inoltre, attualmente la nostra nazione acquista circa il 5% dell’energia elettrica del suo fabbisogno dalla Francia che invece non ha detto no al nucleare.

Il nucleare non emette Co2 e il rapporto costo/vantaggio è nettamente a favore di questa forma di produzione di energia. In Italia, ne basterebbero circa venticinque per eliminare quasi definitivamente il problema delle emissioni e della dipendenza da altri paesi UE ed extra UE. Purtroppo, mancano aspetti fondamentali come ad esempio la formazione adeguata del personale e rimettere in funzione le vecchie centrali non si può. Ci sarebbe poi il problema dello stoccaggio delle scorie prodotte dai reattori.

Ancora non ci siamo

Attualmente costa troppo investire su energie rinnovabili e ne risentirebbe in egual misura un territorio per migliaia e migliaia di chilometri quadrati ricoperto da pale eoliche e pannelli solari. Inoltre, in termini di continuità di resa, eolico e solare non sono affidabili. La risposta è nel diversificare le fonti, allontanandosi un passo alla volta dai combustibili fossili, ma richiede tempo e denaro e non può avvenire da un giorno all’altro. I continui tagli alla ricerca, hanno lasciato il segno anche sull’energia ma la speranza è che in futuro si trovino nuovi metodi per produrre elettricità e tutelare nel frattempo l’ambiente senza avere il problema di ritrovarsi al “verde”.