“La guerra dei mondi”, la fantascienza pensosa di Spielberg

La guerra dei mondi - Photo Credits: web

Nel 2003 Steven Spielberg incontra Tom Cruise e progetta con lui un nuovo e segretissimo adattamento de La guerra dei mondi. Con un budget enorme, che sarà poi ampiamente ricompensato dagli incassi al botteghino, nel 2005 il film esce nelle sale. Accanto a Cruise, di nuovo protagonista per Spielberg dopo Minority Report (2002), Justin Chatwin e una giovanissima, ma già famosa, Dakota Fanning.

Il celebre regista, che è più che a suo agio in tutti i generi, ha forse sempre guardato alla science fiction con occhio particolarmente premuroso. E non poteva quindi che portare al cinema il classico ultracentenario di H.G.Wells, vale a dire chi la science fiction l’ha inventata. Classico già trasposto nel 1953 nella produzione di George Pal. E se vogliamo, ancora prima, nel 1938, in un’edizione radiofonica che terrorizzò gli ascoltatori, convinti che l’invasione aliena narrata nel libro fosse davvero in corso.

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Un tripode ne “La guerra dei mondi” – Photo Credits: web

Uomini e alieni ne “La guerra dei mondi”

Quando l’invasione comincia, il nostro protagonista è un padre divorziato incapace di prendersi cura dei suoi due figli, anche solo per qualche giorno. Con abilità riesce però a tenerli al sicuro mentre enormi navicelle, dette “tripodi”, emergono dal terreno e distruggono la città. Il film è allora un lungo viaggio contro il tempo e contro un nemico invincibile che ha come unico, inspiegabile obbiettivo quello di sterminare la razza umana.

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Justin Chatwin, Dakota Fanning e Tom Cruise in una scena de “La guerra dei mondi” – Photo Credits: web

Uomini di cui non resta che cenere. Enormi macchinari a tre piedi che sembrano vivi ed emergono anche dal mare. Una vegetazione sanguinolenta che ricopre il pianeta. Questo è ciò che gli alieni portano sulla Terra. Ma questa è soprattutto l’estetica opprimente che Spielberg regala allo spettatore. Prima ancora della trama, e della credibilità. Perché a quanto pare indagare l’animo del diverso non è più ciò che interessa al regista.

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Dakota Fanning in una scena de “La guerra dei mondi” – Photo Credits: web

Wells tra allegorie e riletture

L’affabilità di E.T. l’extraterrestre è sconosciuta ai nuovi alieni mostruosi e impenetrabili di Spielberg. E questo perché, nel 2005, Hollywood non ha certamente dimenticato l’11 settembre di quattro anni prima. Questi invasori violenti che destano un terrore cieco nei personaggi sembrano infatti nati direttamente da lì. Anzi, probabilmente i tragici eventi del 2001 sono il vero motivo per cui Spielberg decise di girare La guerra dei mondi.

Gli alieni di Wells si offrono infatti a una rilettura del regista. E diventano per lui quindi un modo di incanalare una paura collettiva ancora viva. “Sono i terroristi?”, si chiede d’altronde il personaggio della piccola Dakota, ritenendola l’unica spiegazione al mondo che intorno a lei cade in frantumi.

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Manuela Famà