In questi giorni il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, dopo esser stato a Mosca, si è recato personalmente in Ucraina. Di fronte alle brutalità della guerra Guterres rimane senza parole. “I civili pagano il prezzo più caro della guerra” ha detto il segretario rivolgendo un appello alla capitale russa perché cooperi con la Corte penale internazionale dell’Aja sui possibili crimini di guerra commessi in Ucraina.
L’attenzione della visita di Guterres si è poi spostata dalle brutalità contro i civili alla questione del gas. La Russia usa infatti non solo il gas ma i rapporti commerciali più in generale come un’arma. Messaggio già evidenziato dal presidente ucraino Zelensky. “Nessuno in Europa può sperare di mantenere una cooperazione economica normale con la Russia” aveva detto il presidente in riferimento alla decisione di tagliare l’offerta di gas a Polonia e Bulgaria.
L’Unione Europea prepara il nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia
L’Unione Europea sta lavorando alla preparazione del sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina. Il pacchetto, che verrà varato in settimana, includerà anche lo stop ovviamente graduale al petrolio russo.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando al Consiglio europeo ha già espresso il consenso del Paese alle nuove sanzioni. L’invito del Presidente italiano è ancora una volta comunque quello di ricercare la pace attraverso il dialogo, più che nelle prove di forza delle grandi potenze. Diversamente, il Premier Draghi è pronto per una visita al Presidente degli Stati Uniti Joe Biden il prossimo 10 maggio per rinsaldare l’alleanza.
La nuova minaccia al riarmo russo
Diverse voci sono state levate a favore di un nuovo riarmo russo. Putin ha infatti lanciato una minaccia diretta riguardo la possibilità di utilizzare armi segrete contro l’Occidente. Intanto l’Ucraina ha già denunciato l’uso da parte dell’esercito russo di armi al fosforo. Gli Stati Uniti invece fanno sapere di aver ricevuto “informazioni credibili” secondo cui un’unità militare russa avrebbe giustiziato ucraini che avevano già deciso di arrendersi vicino a Donetsk. Si parla di “esecuzioni di persone alle quali erano state legate le mani, oltre che di torture e violenze sessuali contro donne e ragazze”. Mosca attraverso il suo delegato Onu ribatte sostenendo che sarebbero stati invece gli ucraini a torturare i prigionieri russi in un centro di tortura chiamato “la biblioteca” e situato a Mariupol.
A preparare un riarmo non è solo il Presidente russo, ma Zelensky stesso si è preoccupato di chiedere agli USA soprattutto droni d’attacco e munizioni. Il Presidente Biden non ha ancora dato il consenso alla procedura ma ha fatto richiesta al Congresso di fondi per sostenere l’Ucraina nei prossimi 5 mesi non solo militarmente ma anche da un punto di vista umanitario. Il Presidente statunitense ha in ogni caso annunciato un discorso per pomeriggio del 28 aprile.
Come già avvenuto in altri Paesi, la Camera USA ha intanto approvato una legge che consente di sequestrare e vendere i beni degli oligarchi soggetti a sanzioni e di utilizzare i proventi per la ricostruzione dell’Ucraina.
Lo stop ai flussi petroliferi
Forse più rilevante agli occhi dei politici mondiali, la questione cruciale resta ancora quella del gas. Dopo lo stop per Polonia e Bulgaria, il presidente della Duma ha chiesto di chiudere i rubinetti a tutti i “Paesi ostili” come forma di punimento dell’opposizione.
Per il momento in Italia i flussi dalla Russia sono regolari, nonostante l’esclusione del pagamento in rubli. Il governo si è però già operato per cercare fonti diversificate di approvvigionamento.
Ginevra Mattei