Ucraina: i difensori di Mariupol chiedono aiuto all’Occidente, Zelensky non è soddisfatto

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

I difensori Mariupol sono allo stremo, chiedono aiuto ed è in arrivo il Nuovo ultimatum Mosca. Arrivano altre armi ma Zelensky ha detto che ormai “E’ tardi”.

L’ufficiale di Kiev chiede aiuto alla comunità internazionale: “Il nemico è dieci volte più numeroso di noi”

Si sta stabilendo un accordo su un corridoio umanitario per evacuare i civili da Mariupol.

Dall’acciaieria Azovstal di Mariupol arriva il disperato appello degli ultimi difensori della città ucraina assediata dalle forze russe. Un ufficiale dei militari di Kiev sottolinea che: “Il nemico è dieci volte più numeroso di noi, queste potrebbero essere le nostre ultime ore di vita“. Continua chiedendo aiuto alla comunità internazionale di “estrarli” da lì.

Scrive su Facebook il comandante Serguiy Volyna della 36ma brigata della marina nazionale ucraina:”Facciamo appello a tutti i leader mondiali e li preghiamo di aiutarci. Chiediamo loro di utilizzare la procedura di estrazione e portarci nel territorio di un Paese terzo. L’esercito russo ha il vantaggio nell’aria, nell’artiglieria, nelle forze di terra, nell’equipaggiamento e nei carri armati. Difendiamo solo un punto, la fabbrica Azovstal, dove oltre ai soldati ci sono anche i civili che sono diventati vittime di questa guerra”.

La Russia lancia un’altro ultimatum ai difensori dell’Ucraina

Agli ultimi difensori della città portuale del sud dell’Ucraina la Russia ha dato un altro ultimatum, in scadenza oggi alle 13 ora italiana: li ha invitati a porre fine alla loro “insensata resistenza” promettendo che “la vita sarà salvata” a chi si arrenderà.

Ha attaccato intanto il vice rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite, Dmitry Polyansky, durante la sessione del Consiglio di sicurezza Onu dicendo: “L’unica spiegazione possibile di come i civili siano finiti nell’acciaieria di Azovstal è che sono stati portati lì dai nazionalisti ucraini per essere usati come scudi umani“.

La situazione a Mariupol rimane “brutale”, ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sottolineando che le forze russe stanno bloccando anche i corridoi per le evacuazioni dalla città. Zelensky nel suo ultimo videomessaggio dice che: “Gli occupanti stanno cercando di effettuare la deportazione dei residenti locali che sono caduti nelle loro mani, e il destino di decine di migliaia di residenti di Mariupol che sono stati trasferiti nel territorio controllato dalla Russia è sconosciuto“.

Un appello a garantire l’evacuazione dei civili è arrivato dalla Cina, in cui tutte le parti in conflitto in Ucraina “dovrebbero rispettare rigorosamente il diritto umanitario internazionale e fare tutto il possibile per facilitare l’evacuazione e l’assistenza ai civili”, lo ha dichiarato il rappresentante cinese all’Onu, Zhang Jun. Però secondo Zelensky: “l’uccisione mirata di civili è proprio il marchio di fabbrica dell’esercito russo, e questo marchierà la Federazione Russa come la fonte del male. L’esercito di Mosca rimarrà per sempre descritto nella storia come il più barbaro e disumano del mondo”.

Zelensky: “Se avessimo ricevuto nella prima settimana di guerra ciò che stiamo ottenendo ora avremmo già posto fine a questo conflitto”

Il presidente americano Joe Biden ha chiesto intanto agli alleati di proseguire con l’invio di armi all’Ucraina e con le sanzioni contro la Russia. Nei prossimi giorni dovrebbe annunciare nei un nuovo pacchetto da 800 milioni di dollari in aiuti militari per Kiev, secondo quanto anticipato dal New York Times. Dal Canada arriverà invece artiglieria pensate, ha assicurato il premier Justin Trudeau. Il suo Paese ha anche ampliato le sanzioni contro Mosca, colpendo la governatrice della banca centrale russa Elvira Nabiullina e le due figlie del presidente russo Vladimir Putin. Anche Boris Johnson ha annunciato l’invio da parte del Regno Unito di altri armamenti a Kiev, tra cui i missili britannici Brimstone.

Zelensky però ha mandato una frecciatina all’Occidente sulla questione armi dicendo:”Se avessimo ricevuto nella prima settimana di guerra ciò che stiamo ottenendo ora, avremmo già posto fine a questo conflitto”.

D’altra parte la Cina invita gli altri paesi ad astenersi dall’invio di armamenti in Ucraina, dicendo che contribuire “non porterà alla pace ma anzi, prolungherà e intensificherà il conflitto aggravando ulteriormente la catastrofe umanitaria”, sono queste le parole del rappresentante cinese all’Onu, Zhang Jun. Continua attaccando anche le sanzioni internazionali contro la Russia dicnedo che: “Il blocco di beni di altri stati mina la stabilità economica mondiale e colpisce la sovranità“.

Buone notizie riguardo la sicurezza nucleare

Una buona notizia arriva intanto sul fronte della sicurezza nucleare. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha reso noto che da ieri sera sono state ristabilite le comunicazioni dirette con la centrale di Chernobyl. Le forze russe avevano sequestrato il sito il 24 febbraio per cinque settimane, prima di ritirarsi il 31 marzo, ed il 10 marzo l’Ucraina aveva informato l’Aiea di aver perso i contatti con l’impianto. L’autorità di regolamentazione aveva continuato a ricevere informazioni sulla situazione a Chornobyl attraverso la gestione esterna della centrale. Ha dichiarato il direttore generale Rafael Grossi: “Questa chiaramente non era una situazione sostenibile ed è un’ottima notizia che ora si possa contattare direttamente il sito quando necessario”. Ulteriormente ha annunciato anche di aver intenzione di dirigere una missione di esperti dell’Aiea nella centrale ucraina entro fine mese per condurre valutazioni di sicurezza nucleare e radiologica, fornire attrezzature vitali e riparare i sistemi di monitoraggio remoto di salvaguardia dell’impianto.

20 Aprile

Valeria Muratori

Instagram