
Renato Guttuso, nasce a Bagheria, in Sicilia, il 26 Dicembre 1911. Fu tra i più significativi artisti dell’arte italiana contemporanea, distinguendosi per una visione dolorosamente ma umanamente poetica e per la ricchezza delle forme stilistiche. Artista che segnò profondamente il Novecento, inconfondibile per l’uso di forti colori e tratti nelle sue opere.
Nato tra gli acquarelli di suo padre, entrò da giovanissimo a far parte di alcune botteghe di pittori emergenti, tra cui Emilio Murdolo. Successivamente al completamento degli studi classici, si trasferì a Roma, intorno al 1930. Qui strinse rapporti di amicizia con Mafai, Pirandello, Trombadori, che influenzarono molto la sua pittura.

Guttuso e il mondo della politica
L’impegno politico è stato forse l’elemento che più caratterizzò la pittura di Renato Guttuso. Divenne il portavoce di una giovane generazione di artisti con un’avversione per la politica e le mode culturali del regime fascista. Essi esprimevano sui giornali e attraverso le loro opere, le opinioni sulla libertà creativa e sull’imperativo morale del realismo.
Guttuso, infatti, illustrò i suoi ideali in una serie di opere di grandi dimensioni, da “Esecuzione in campagna” (1938-39), “Fuga dall’Etna” (1940) e “Crocifissione” (1941). Quest’ultima è la sua opera più famosa ed uno dei quadri più significativi del Novecento. Accentua la sua vena polemica verso le questioni sociali, diventando un animatore del movimento realista. Tanto che dopo il 1943 partecipa attivamente alla Resistenza antifascista.

Il periodo del realismo
In vari articoli, Renato Guttuso si batte a favore di un realismo descrittivo, popolare e accessibile alle masse, guardando con interesse alle soluzioni dell’avanguardia europea. Fonte d’ispirazione per le sue opere furono i grandi artisti del tempo, come Botticelli e Picasso, nel cosiddetto primo periodo “Blu”.
Le sue opere trattarono sempre, di temi sociali e di vita quotidiana, come nella serie delle Cucitrici. Durante gli anni Cinquanta, infatti, il pittore fu l’esponente principale di una corrente realista, impegnata a fianco del Partito Comunista Italiano. Il legame tra Guttuso e il PCI iniziò già negli anni ’40, per il quale disegnò anche il celebre simbolo con falce e martello su bandiera rossa.

Ultimi anni di vita
Negli anni della maturità, Guttuso, continuò a dipingere grandi affreschi di eventi contemporanei, spesso con toni allegorici, immagini di ispirazione autobiografica e contadina, politicamente connotate. Lo spirito polemico affiora prepotente nell’artista raggiungendo la punta massima con la grande tela “I funerali di Togliatti” (1972), opera manifesto dell’antifascismo.
Nominato senatore della Repubblica nel 1976, muore a Roma il 18 Gennaio 1987 lasciando alla sua città natale molte opere che sono raccolte nel museo di Villa Cattolica a Bagheria. Alla sua morte, ebbe anche un funerale laico e di partito, caratterizzato dalla presenza di bandiere rosse del Partito Comunista Italiano.
Federica Minicozzi