Hanami, un termine giapponese riferito alla tradizionale usanza del godere la bellezza della fioritura. Nello spazio dedicato alle Parole dal Mondo, di seguito, una parola che racchiude tutta l’essenza della stagione primaverile.

Hanami, la tradizione giapponese sulla fioritura dei ciliegi

Hanami
Photo Credits – ilikeviaggi.it

Una parola giapponese che indica il risveglio. Il termine Hanami significa “osservare i fiori”; la sua etimologia proviene da hanafiori e mivedere. Tuttavia, non è solo una semplice parola: in Giappone è un evento tradizionale tipico, consistente nella celebrazione della bellezza e dello germogliare delle prime gemme godendo della loro fioritura. Un rito che si applica specialmente per i fiori di ciliegio, i Sakura, osservando il loro primi germogli durante le giornate di primavera. L’Hanami è una festa all’aperto sotto gli alberi di ciliegio della durata di una o due settimane. Da metà gennaio all’inizio di maggio, i Sakura fioriscono: ad aprile, nel periodo di massima fioritura, ha inizio l’evento. Il culmine della fioritura dei ciliegi è detta mankai. Nonostante sia una tradizione millenaria, ancora oggi, l‘Hanami è un culto molto sentito. Un gesto tradizionale è quello di lasciar cadere nel vento i petali dei Sakura dando luogo ad splendida simil pioggia rosa che ricolma parchi e corsi d’acqua. 

Questo è anche il periodo in cui, in Giappone, inizia l’anno scolastico. Uno dei cerimoniali propri di questo evento è raggrupparsi attorno ai ciliegi in fiore tenendo piccoli convivi: simposi festosi o semplici pic-nic all’aperto per godere ogni attimo dei germogli in fiore. Dopo aver consumato il banchetto si è soliti proseguire in lunghe passeggiate nei parchi dedicandosi alla meditazione e alla contemplazione della natura. Le passeggiate, spesso, si prolungano fino a sera inoltrata: a questo punto, si accendono le chochin (ちょうちん), lanterne di carta diventando, così, uno spettacolo suggestivo e intriso di magia. Lo Hanami svolto di notte prende il nome di Yozakura (夜桜“ciliegio di notte”).

Storia dei sakura in fiore: un’usanza millenaria

L’usanza delle celebrazione Hanami risale al periodo Nara (710–794), seppur pare sia diventato popolare durante il periodo Heian. Si racconta sia Yoshino la città d’origine dei tradizionali fiori di ciliegio giapponesi; durante la primavera, infatti, le colline si tingono di un delicato e tenue rosa, caratteristico dei germogli nascenti sugli alberi in fiore. Una leggenda narra che i Sakura furono piantati VII secolo d.C. dal sacerdote En-no-Ozuno; si dice avesse scagliato una maledizione contro chiunque osasse abbatterli o sradicarli. L’imperatrice Jito (645-702), durante la primavera, si recava in questi luoghi proprio per ammirarne la fioritura.

Hanami, simbologia di un culto che celebra la caducità e la rinascita

Non un semplice festa: sì, perché la tradizione dell’Hanami è ben più che un cerimoniale atto solo ai festeggiamenti. Il fiore del ciliegio, nella sua delicatezza, simboleggia l’allegoria della caducità del tempo: la brevità della sua esistenza in quanto germoglio è per la cultura giapponese simbolo di fragilità ma, al contempo, di rinascita; non solo della natura ma dell’esistenza intera. La bellezza del risveglio delle prime gemme dopo il torpore invernale, la contemplazione della natura nella sua interezza, è al centro della cultura giapponese e della religione shintoista. Dietro la fioritura dei Sakura, tuttavia, si cela un significato ben più profondo: la caducità dell’esistenza, la consapevolezza che tutto è un soffio; la bellezza al culmine che passa e sfiorisce, proprio come la il rigoglio degli alberi in fiore. Qual è, quindi, il vero messaggio dell’Hanami? Apprezzare la bellezza presente senza rimuginare sul passato o sul prossimo futuro poiché, tale atteggiamento, deturpa il concetto di vita che si rinnova a ogni ciclo, proprio come il germogliare dei fiori di ciliegio.

Stella Grillo

Foto in copertina: Hanami – Photo Credits: ilikeviaggi.it

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