Hatshepsut: il Faraone-donna sparito dalla storia per millenni

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Di Redazione Metropolitan

Per la rubrica “Esseri Unici” oggi racconto l’incredibile storia di Hatshepsut, il Faraone-donna, cancellata dalla storia per millenni.

Nata nel 1508 a.C. fu l’unica figlia del Re Thutmose I e di Ahomose, Grande Sposa Reale. Alla morte del Faraone il successore al trono fu Thutmose II, fratellastro di Hatshepsut. All’età di circa vent’anni Hatshepsut sposò il Faraone ottenendo anch’essa il titolo di Grande sposa Reale. Thutmose II all’età di circa trent’anni morì, regnando per soli tre. Alla sua morte, non avendo Hatshepsut generato figli maschi, dovette accettare l’idea che la successione al trono passasse al figlio del Faraone (Menkheperra, Thutmose III) concepito con una concubina. La leggittimità del trono però poteva avvenire soltanto qualora Thutmose III avesse sposato Neferura, l’unica figlia di Hatshepsut.

A questo evento Hatshepsut si oppose in modo scaltro, rimandando di continuo la data delle nozze. Così si elesse dapprima reggente dEgitto e successivamente Faraone. Hatshepsut fu una grande guida per il paese, ristabilì infatti le antiche rotte commerciali verso il centro Africa e condusse varie campagne militari di stabilizzazione dei confini territoriali conquistati dal padre, in particolar modo in Siria e in Nubia, la parte meridionale dell’Egitto al confine con il Sudan. Hatshepsut assunse il più possibile sembianze maschili, per rendere più semplice l’accettazione del suo ruolo da parte del popolo. Questo non le impedì di essere il Faraone-donna che regnò più a lungo. Sotto la sua guida l’Egitto prosperò in vari ambiti. Fu tra i costruttori più prolifici con la realizzazione di centinaia di edifici fra l’Alto e il Basso Egitto.

Geroglifico raffigurante Hatshepsut
Geroglifico raffigurante Hatshepsut foto credit: Clipart.com

Il regno di Hatshepsut

Le sue costruzioni furono le più maestose e numerose rispetto a quelle dei predecessori del Medio Regno. Una delle prime opere che realizzò fu la costruzione del proprio monumento funebre, che si trova a Deir el-Bahri, nei pressi della Valle dei Re. Il monumento è ancora uno degli edifici meglio conservati giunti sino a noi. Durante il regno della sovrana si ebbe una produzione statuaria ricchissima tanto che ogni museo di antichità egizie al mondo, possiede almeno una scultura di Hatshepsut. Tra questi Metropolitan Museum of Art di New York che ospita la “Hatshepsut Room“. Questa contiene unicamente i reperti della sovrana.

Hatshepsut eresse anche due obelischi gemelli, i più alti della loro epoca, all’entrata del Tempio di Karnak. Uno dei due è ancora in piedi ed è il più alto obelisco meglio conservatosi in Egitto. Un altro progetto portato avanti dal Faraone-donna fu la “Cappella Rossa” di Karnak, chiamata anche “Chapelle Rouge“. L’edificio serviva per contenere il tabernacolo di una Barca Sacra di Amon (dio “capo” della religione egizia), utilizzata per le funzioni religiose. La Cappella rivestita di pietra era intagliata e decorata con scene raffiguranti alcuni eventi della vita della sovrana, edificio poi smantellato dal suo successore.

Deir el-Bahri, Valle dei Templi
Deir el-Bahri , Valle dei Templi foto credi: Egypt Tours Portal

La Damnatio Memoriae

Gli ultimi anni del regno del Faraone-donna furono decisamente infelici. La morte della figlia Neferura, che col tempo aveva assunto il ruolo di consigliere, fu un duro colpo per Hatshepsut. A questo si aggiunse la sempre più crescente ambizione di salire al trono da parte di Thutmose III. Costui durante l’ultima campagna militare del Faraone-donna volta alla conquista di Gaza si arrogò buona parte dei meriti, segnando il declino di Hatshepsut. Il Faraone Hatshepsut morì il 16 gennaio del 1458 a.C. probabilmente a causa di un cancro alle ossa. Hatshepsut fu inizialmente posta nella tomba della Valle dei Re, sepolcro che lei stessa aveva fatto costruire e fu successivamente collocata nel sepolcro della balia Sitra, ad opera del figliastro Thutmose III e del nipote Amenofi II.

Il sarcofago della Regina venne utilizzato per Thutmose I, e i geroglifici dedicati ad Hatshepsut vennero sistematicamente cancellati e rimpiazzati da altri con il nome dell’uomo. Durante il regno di Thutmose II e quello di Amenofi II. Hatshepsut fu vittima di una campagna di Damnatio Memoriae. Questa previde la cancellazione del suo volto e della sua figura, in tutte le maggiori opere a lei dedicate. La stessa sorte toccò anche alle statue del suo tempio di Deir el-Bahri, ai cartigli e a tutti i geroglifici, facendo così sparire per millenni il Faraone-donna dalle pagine della storia. Il sarcofago di Hatshepsut fu rinvenuto solo nel 1903 dal celebre archeologo Howard Carter. La mummia del Faraone Hatshepsut fu invece individuata nel 2007 grazie ad un intuizione dell’egittologo Zahi Hawass che si è avvalso del supporto scientifico di un team di super esperti.

di Loretta Meloni

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