Hobby, parole dal mondo: storia etimologica di un passatempo

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Di Stella Grillo

Hobby, parola polisemica derivante dalla lingua inglese, entrata a tutti gli effetti nella lingua italiana corrente. Nel nuovo appuntamento della rubrica Parole dal Mondo, storia e significato del termine.

Hobby, etimologia e polisemia di un termine inglese

Quando si parla di Hobby ci si riferisce ad azioni o attività praticate nel tempo libero per piacere, interesse o distrazioni dalla quotidianità. E’, per cui, una passione a cui ci si dedica quando si è lontani dai doveri consueti: il concetto stesso di tempo libero, si affermò durante gli anni della Rivoluzione industriale quando, per via dei numerosi cambiamenti che stavano per succedersi nel tessuto socio-economico del tempo, si rese distinguibile il momento lavorativo da quello utile per la pratica di altre attività.

Hobby - Photo Credits: firstnaukri.com
Hobby – Photo Credits: firstnaukri.com

Un termine polisemico reso, nel linguaggio comune, come passatempo; tuttavia, la sua semantica non è del tutto certa. Nel XIII secolo, la parola “hobyn” si rendeva con “piccolo cavallo”,pony. La voce inglese del termine, lo indica come l’abbreviazione di hobbyhorse: ”cavalluccio”, in origine ”cavallo della giostra”. Il vocabolo hobbyhorse apparve in un documento del 1557 riferito al comune giocattolo per l’infanzia; successivamente, sarà nel 1816 che, il suo derivato hobby sarà introdotto nella sua forma abbreviata nei dizionari. In Italia, invece, la parola vedrà la sua più larga diffusione fra il 1920 e il 1950.

Storia di una passione per i passatempi

Inizialmente gli hobby si considerarono come attività, per lo più, banali. Con l’avvento della Rivoluzione industriale vi fu, invece, un pullulare di hobby dovuti a ritmi lavorativi più regolari; con orari di lavoro metodici, i lavoratori avevano maggiore tempo libero. Si iniziò ad impiegare il tempo nel perseguire quelle passioni tralasciate che donavano soddisfazione. Tuttavia, uno dei timori maggiori, era che non si seguissero attività degne: così, la fiorente circolazione di libri e riviste del tempo, iniziò a incoraggiare attività meritevoli. George Orwell osservò come, gli inglesi, accolsero con entusiasmo gli intrattenimenti legati ai passatempi, affermando:

“Un’altra caratteristica inglese che è talmente una parte di noi che quasi non ce ne accorgiamo … è la dipendenza da hobby e occupazioni di tempo libero, parte della riservatezza della vita inglese. Siamo una nazione di amanti dei fiori, ma anche un nazione di collezionisti di francobolli, cacciatori di piccioni, carpentieri dilettanti, tagliandi, giocatori di freccette, fan dei cruciverba. Tutta la cultura che è più autenticamente nativa ruota attorno a cose che anche quando sono in comune non sono ufficiali: il pub, la partita di calcio, il giardino sul retro, il caminetto e la “bella tazza di tè”.

Tipi di Hobby: categorizzazione sviluppata da Robert Stabbins

Ma quali sono i passatempi da ascrivere alla categoria degli hobby? Difficile rispondere, vista la copiosità delle attività disparate. Tuttavia, esiste una categorizzazione sviluppata da Robert Stabbins:

  1. Collezionismo: un passatempo antico che comprende ricerca, individuazione e catalogazione. Alcuni collezionisti accumulano oggetti di una determinata area geografica, ad esempio; altri, sono più specifici: basti pensare ai collezionisti di francobolli, etichette, figurine, o schede telefoniche, un hobby molto in voga in Italia tra la fine degli anni ’90 e gli inizi del 2000;
  2. Attività Manuali: decoupage, bricollage, fai da te, modellismo, restauro. Attività quindi, in cui lo scopo è lavorare su progetti o oggetti di qualsiasi tipo.
  3. Hobby artistici: da un lato attività recitative, canto, danza, strumenti musicali, o arti marziali che presuppongono un coinvolgimento da parte dell’hobbista in uno spettacolo; dall’altro, fotografia, pittura o scrittura in cui, si presuppone, la creazione di un prodotto finale di valore artistico;
  4. Attività all’aperto: pesca, caccia, escursionismo, giardinaggio, ciclismo ovvero tutta quella serie di attività che si svolgono all’aria aperta.

Hobby: la visione della psicologia sui passatempi

Anna Freud, figlia del padre della psicoanalisi Sigmund Freud, nonché nota psicoanalista a sua volta, dedicò i suoi studi alla psicoanalisi infantile. Sostenne che gli hobby fossero utili allo sviluppo della personalità; tale interesse pare sorga durante la quarta fase delle cinque tappe della sessualità infantile indicate da Freud, ovvero, il periodo di latenza: dai 6 anni alla pubertà. Possono essere essere variabili, in alcuni casi, mentre, in altri, possono perdurare accompagnando l’individuo per tutta l’esistenza. Una delle cose fondamentali è che, questo tipo di attività, è importante per l’esplorazione di sé stessi e del mondo circostante. L‘hobby, di per sé, è spesso associato alla creazione di qualcosa: è quindi uno svago atto a produrre sensazioni che rimandano alla soddisfazione e, di conseguenza, a uno stato generale di appagamento.

Stella Grillo

Foto in Copertina: Hobby – Photo Credits: boxdellasalute.com