Jimmy Lai è un imprenditore e editore hongkonghese e tra i più noti sostenitori del movimento pro democrazia ad Hong Kong. Oggi è stato condannato ad altri 14 mesi di carcere (oltre i 14 mesi a cui era già stato condannato l’1 Aprile 2021) per aver partecipato a una manifestazione pro democrazia non organizzata nell’Ottobre del 2019 insieme ad altri 7 attivisti. Questa si aggiunge alle altre pene che Lai sta al momento scontando per aver partecipato ad altre manifestazioni simili e dovrà quindi scontare altri 20 mesi di carcere.
Nel giugno 2020 la Cina ha approvato una legge sulla sicurezza nazionale che le dà ampi poteri di controllo con l’obiettivo di bloccare le attività terroristiche a Hong Kong, di vietare gli atti di “sedizione, sovversione e secessione” e le “interferenze straniere negli affari locali”. Insomma, vietare qualsiasi tipo di manifestazione contro il partito comunista e pro democrazia e indipendenza di Hong Kong.
Jimmy Lai e l’attivismo pro democrazia a Hong Kong
Fondatore della catena di abbigliamento Giordano, in seguito alla tragedia di piazza Tiananmen del 4 Giugno 1989 Jimmy Lai divenne uno dei leader del movimento pro democrazia. Fondò prima Next Magazine e poi nel 1995 l’Apple Daily, giornale tra i più diffusi a Hong Kong. “Io sono nato in Cina, ho passato la mia infanzia in Cina. So cosa vuol dire vivere sotto il regime autoritario cinese” aveva infatti affermato in una intervista al New York Times nel 2014. Dopo la stretta di Pechino e l’approvazione della nuova legge sulla sicurezza nazionale Jimmy Lai è stato più volte arrestato e ha dovuto rispondere a numerose denunce per la partecipazione alle proteste e alle assemblee pro democrazia nel 2019-2020.
Tra gli 8 attivisti condannati oltre a Jimmy Lai c’è anche Figo Chan, attivista 25enne coordinatore del Fronte per i diritti Umani e Civili (Civil Human Rights Front, CHRF) organizzazione pro democrazia a Hong Kong che ha guidato le proteste degli ultimi anni. Chan è stato condannato a 18 mesi di carcere per aver organizzato una assemblea non autorizzata nel 2019.
Intanto per il secondo anno di fila la polizia cinese bloccherà la commemorazione degli eventi di Piazza Tiananmen a Hong Kong previste per il 4 Giugno. Dato lo statuto speciale di Hong Kong in passato infatti le manifestazioni erano in passato autorizzate, mentre nel resto della Cina non lo sono mai state.
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