House of the Dragon è arrivata al suo penultimo episodio, e come ogni nono episodio della serie madre Game of Thrones, anche questo non è da meno per importanza e bellezza. Si consuma il lutto più importante della stagione, assistiamo all’incoronazione più triste ed ingiusta e nutriamo forte il sentimento di rivalsa e vendetta che colpirà Rhaenyra.
Un episodio malinconico
Il nono episodio di House of the Dragon è stato molto intenso e a potenziare ciò ha contribuito senza dubbio il comparto musicale; la prima parte è infatti capitanata da Fate of the Kingdoms di Ramin Djawadi, una melodia emozionante, profonda, viscerale, in grado di far empatizzare lo spettatore con le emozioni dei personaggi e l’atmosfera che si respira nel reame. Questa musica mi ha ricordato Light of the Seven in Game of Thrones, sempre di Djawadi. Anche quella mi aveva toccato il cuore, a dimostrazione che HotD conserva lo stesso potere di GoT nell’usufruire di tutti gli strumenti audiovisivi in suo possesso, per trascinare lo spettatore nel mondo che ci mostra. E così, ci troviamo lì, tra i buoni ed i cattivi, a sentire forte insieme a loro il richiamo del trono di spade, che tutti bramano e da cui qualcuno cerca di sfuggire.
Siamo al penultimo episodio, e ancora non posso crederci che lunedì sarà tutto finito, per ora quanto meno. In questo episodio si avverte forte l’assenza di Rhaenyra, che lascia spazio alla forza e l’ingegno di un’altra donna: la regina Alicent. E’ lei che prende le redini in mano, decisa a mantenere fede alle ultime parole di Viserys (erroneamente da lei interpretate) di voler cedere il trono al loro primogenito Aegon. Quello a cui assistiamo è un episodio triste, il lutto si sente forte, il re pacifico è morto e al suo posto ci sarà un re che di reale non ha nulla, un re da overdose di potere. Seguire l’incoronazione di questo ometto che non ha né capo né coda fa molta rabbia, ci si aspetta che da un momento all’altro qualcuno faccia qualcosa per fermarla, ed ecco che dal nulla sbuca lei, Rhaenys, in groppa al suo maestoso drago, a fine cerimonia, facendo scappare il “pubblico” dal castello, intimorendo i verdi e suo nipote Aegon, oramai re. Appunto, Aegon è re, è tardi per impedire l’incoronazione ma il ruggito del drago fa ben sperare che la sua padrona, la regina che non fu, non starà con le mani in mano. Per il momento però, purtroppo, nessun “dracarys”.
Uno sguardo ai personaggi
Il nono episodio dunque è stato malinconico ma necessario, e di certo non abbassa il livello di questa stagione oramai alla fine. A questo punto abbiamo un quadro ben definito di tutti i personaggi, quelli che spiccano sono senza dubbio: Otto Hightower, odioso come sempre, nel tempo è semplicemente peggiorato, manipolatore seriale di sua figlia (per cui spero vivamente faccia la fine che merita al più presto, magari nel prossimo episodio); la regina Alicent, di cui invece mi dispiace, tutto sommato è una donna intelligente, scaltra e fedele, e purtroppo porta il peso dell’essere stata segnata dal padre ad un destino da prigioniera, tra sbarre d’oro, ma pur sempre priva della sua libertà fisica e mentale; Larys Strong, è odioso alla stessa stregua di Otto, ancora di più dopo la scena feticista a cui abbiamo assistito nell’ultimo episodio, un altro uomo che esercita violenza psicologica su Alicent; Aemond, che invece intriga sempre più, tanto che avrei preferito vedere lui sul trono piuttosto che il suo stolto fratello, è intelligente ed ha più consapevolezza del potere (anche se indubbiamente la malvagità è insita in sé); Ser Criston Cole, invece, ha avuto l’abilità di passare da amabile a detestabile nell’arco di pochi episodi, e lo diventa sempre più (stando al suo andamento dovrebbe raggiungere il picco nel prossimo).
Ebbene abbiamo assistito alle mosse dei verdi, ma la partita non è di certo finita, è solo all’inizio, e non vedo l’ora di assistere al contrattacco dei neri.
Appuntamento a lunedì 24 ottobre su Sky con l’episodio finale di House of the Dragon. Dracarys!
Sara Di Luca
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