Quando si pensa alla storia Egizia, probabilmente uno dei primi nomi di sovrani che viene in mente è proprio quello di Tutankhamon. Insieme a simboli più blasonati come la Sfinge, le Piramidi e l’Occhio di Horus, l’idea del faraone è un altro caposaldo di questa cultura. Forse però non tutti sanno che Tutankhamon durante il suo regno fece ben poco di così memorabile. Il suo carattere leggendario arriva con la sua morte, quando di lui altro non rimane che i suoi resti, letteralmente. E’ solo grazie all’archeologo Howard Carter infatti che questo personaggio entra nella storia, attraverso la scoperta della sua Tomba.
I precedenti e l’inizio degli scavi
Howard Carter, ad oggi considerato uno dei più grandi archeologi della storia, non ha vita facile nella Valle dei Re. Inizialmente deve scontrarsi col nemico, Theodore Davis un ricco avvocato che aveva iniziato gli scavi già anni prima di lui. Davis però cerca solo per se stesso: del progresso nella conoscenza degli Egizi non gli importa nulla. Si trova sul posto per trafugare i preziosi tesori che secondo la tradizione sono contenuti nelle Piramidi. Commette anche un errore, pensando di aver già trovato la tomba di Tutankhamon e ritenendo che la Valle non abbia più niente da riportare alla luce.
Howard Carter invece crede fermamente nel suo lavoro, tanto che impiega lunghi anni in questa campagna. Comincia nel 1907, con una pausa dal 1914 al 1917 a causa della prima Guerra Mondiale. Nel 1922 aveva scoperto diversi resti, ma il suo sostenitore taglia i fondi per questioni burocratiche. Grazie al finanziamento di Lord Carnarvon e all’aggiunta del suo stesso denaro, Carter riprende gli scavi e il 4 Novembre 1922 si imbatte nel primo gradino dell’immensa struttura.
Il tesoro della Tomba di Tutankhamon
Quello che viene fuori dalla Tomba di Tutankhamon è un’eredità indescrivibile che attira l’attenzione di molti. Il reporter della scoperta, Harry Burton immortala spesso folti gruppi di persone al fianco dell’archeologo. Per un lungo periodo il Times riesce ad avere l’esclusiva su interviste e testimonianze di questa scoperta rivoluzionaria. Non esiste un’altra tomba pervenuta fino ai nostri anni pressoché immacolata come quella di Tutankhamon e questa straordinarietà viene compresa fin dal principio.
Gli scavi proseguono fino al 1930. Il trasporto dei reperti è a tratti rocambolesco: gli oggetti vengono trasferiti con vagoni spinti manualmente, su binari smontati e posizionati di volta in volta. Carter mette a punto un metodo estremamente preciso per catalogare, schedare e fotografare più di cinque mila oggetti rinvenuti nella sepoltura. Nel 1923 abbatte il muro dell’anticamera e finalmente giunge alla camera funeraria, anche detta la Casa dell’oro per via delle decorazioni gialle. Al suo interno, dentro a sarcofagi antropomorfi posti uno nell’altro, viene rinvenuta la mummia di Tutankhamon, con in testa la celeberrima Maschera d’oro, capolavoro di tutti i secoli.
Il “faraone bambino“
Questo enorme sfarzo rinvenuto nella Tomba di Tutankhamon ha suscitato però dei dubbi riguardo la sua originale destinazione. Il sovrano della XVIII dinastia infatti sale al trono nel 1333 a.C. a soli nove anni e muore improvvisamente nel 1323 a.C. appena maggiorenne. Secondo diversi studiosi, la tomba che ha reso celebre il “faraone bambino” perciò potrebbe non essere destinata a lui. Probabilmente la sepoltura era stata pensata per un personaggio più importante, secondo alcuni Nefertiti, ma in mancanza di tempo era stata adattata alle esigenze.
Secondo la tradizione infatti, era necessario allestire la sepoltura con oggetti e decorazioni nei settanta giorni necessari ad ultimare la pratica dell’imbalsamazione. Nella Tomba di Tutankhamon, oltre ai vasi canopici con i suoi organi, a molti bastoni che il sovrano era costretto a usare per camminare, trovano spazio altri tre corpi. Ad accompagnarlo nel viaggio verso l’altro mondo ci sono anche i resti di sua moglie Ankhesenamon e delle due figlie non sopravvissute al parto.
Claudia Sferrazza
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