Il New York Times sferra un duro colpo critico su Roma

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Di Redazione Metropolitan

“I romani hanno la reputazione di aggirare le regole, nel traffico e nella vita”. Jason Horowitz ha firmato un lungo articolo sul New York Times, per raccontare come la Capitale si sta avviando verso la Fase 2. Il giornalista ripercorre la storia di Roma, dall’epoca fascista, sino ai giorni nostri. Nell’articolo vengono elencati i pregi dei romani, ma più spazio ancora è dato a una serie di luoghi comuni sulla nullafacenza e il il loro egoismo. 

New York Times e l’attacco a Roma di Jason Horowitz

“La turbolenta storia della città ha forgiato un carattere irriverente, anti-autoritario e, in qualche modo, cinico. Può sopravvivere al coronavirus?”, si chiede Horowitz, già autore di un reportage sul dramma di Bergamo ospitato sempre sulle pagine del Nyt.

“Roma è stata saccheggiata, conquistata e abbandonata. Ora è il turno della Pandemia”, titola l’articolo, nel quale il giornalista si dice certo che “il virus non sia chiaramente un pericolo per la bellezza di Roma”. Ma “cosa farà al suo spirito?”.

“Mi chiedevo se questi mesi, forse anni, di quarantena o di convivenza con il virus avrebbero cambiato irrevocabilmente i romani o sarebbero diventati un altro di una lunga serie di difficoltà che hanno plasmato un carattere romano noto per irriverenza, anti-autoritarismo e più di una goccia di cinismo”.

Per il giornalista, è natura dei romani aggirare le regole. Nella Capitale il “dolce non far niente” dei giovani  “viene elevato a una forma d’arte pubblica”. 

“I romani hanno la reputazione di aggirare le regole – nel traffico e nella vita. I ‘fan’ la chiamano accattivante creatività; i critici la definiscono inciviltà insopportabile. Vivere con il virus lo migliorerà o lo eliminerà?“