Il 25 luglio 1978 nasceva Louise Brown, la prima bambina al mondo fecondata in provetta. La sua nascita ha segnato per la prima volta uno spartiacque nel settore della scienza e della medicina per quanto riguarda la fecondazione in vitro.
La prima bambina in provetta della storia
Prima degli anni ‘80 molte coppie che non potevano avere figli non avevano nessuna possibilità di cambiare il corso naturale delle cose. Ma in seguito al 1978 le cose sono evolute definitivamente, grazie all’introduzione della fecondazione in vitro nel campo della medicina. La prima applicazione effettiva di questa procedura è avvenuta presso l’Ospedale di Oldham, nel Nord del Regno Unito. Il 25 luglio non è soltanto il giorno in cui è nata Louise Brown, la prima bambina in provetta. Si tratta della data in cui si celebra l’anniversario ufficiale della fecondazione in vitro. Da quel giorno si stima che circa sei milioni di persone siano nate mediante questa procedura. Questi dati sono stati resi noti attraverso una mostra al Science Museum di Londra.
In realtà questa cifra non è esatta, dato che ogni giorno nascono bambini fecondati in provetta. Data l’importanza storica dell’evento, Louise Brown ha deciso di raccontare la sua insolita esperienza in occasione del suo quarantesimo compleanno. “40 Years of IVF – My Life as the world’s first test tube baby” è l’autobiografia di Louise Brown, che ha deciso di raccontare la decisione presa dai suoi genitori in merito alla fecondazione in vitro. La madre di Louise Brown soffriva di depressione a causa della sua impossibilità di avere figli. Quando però è venuta a conoscenza di questa nuova tecnica per avere figli, in lei si sono riaccese le speranze. Prima di rivolgersi del dottor Steptoe, la vita dei genitori di Louise Brown non era molto diversa da quella di molti genitori degli anni settanta. Nonostante i numerosi tentativi i due non erano riusciti in alcun modo ad avere figli. Dopo nove anni di tentativi Lesley e John Brown avevano deciso di rinunciare definitivamente, quando sono venuti a conoscenza di una nuova tecnica.
Come funziona la fecondazione in vitro
Questa procedura era stata messa in atto da Patrick Steptoe, un ginecologo dell’ospedale di Oldham, che aveva iniziato a collaborare con Robert Edwards, scienziato dell’Universita di Cambridge, esperto nella manipolazione di embrioni e gameti. La tecnica innovativa che aveva messo a punto il dottor Steptoe consisteva nel risolvere l’occlusione delle tube, il principale problema che impediva a Lesley e molte altre madri di restare incinte. Quella semplice decisione ha cambiato la vita di altre milioni di persone. Inizialmente gli scettici riguardo questa tecnica rappresentavano la maggioranza. Infatti la fecondazione artificiale era ritenuta da molti immorale e pericolosa, dato che avrebbe fatto nascere neonati deformi.
Il caso di Louise Brown ha completamente rivoluzionato la storia della scienza, dimostrando come questa tecnica avesse un esito positivo. Nonostante ci siano discussioni riguardo i tassi di successo, da quel momento in poi molte persone hanno perso coraggio per dare una possibilità anche alla fecondazione in vitro. Ciò che prima era reso impossibile dalla natura dell’organismo, si è trasformato nella probabilità di avere figli grazie alla tecnologia. Gli stessi inventori della tecnica Patrick Steptoe e Robert Edwards hanno suggerito che il secondo nome di Louise Brown fosse joy. Questo perché la fecondazione in vitro avrebbe portato gioia a molte persone, che non avrebbero potuto avere figli in nessun altro modo.
Cosa permette la FIVET
Nello specifico la fecondazione in vitro (FIVET) è una procedura che consente l’incontro tra un ovulo e uno spermatozoo all’esterno dell’utero. Il processo avviene interamente in laboratorio, dove vengono fatti incontrare gameti maschili e femminili. Questo tipo di tecnica ha permesso di rivoluzione le precedenti procedure di procreazione medicalmente assistita. La prima fecondazione in vitro è avvenuta nel Regno Unito, ma questa tecnica su è diffusa velocemente in tutto il mondo, compreso il nostro paese. Secondo una recente ricerca del Ministero della salute, la fecondazione in vitro è diventata una delle tecniche più diffuse per avere figli. Secondo le stime il 37,1% delle coppie decide di fare ricorso a questa procedura per una serie di fattori genetici. I medici consigliano la fecondazione assistita in casi di infertilità idiomatica, di fattore tubarico e di endometriosi.
Sonia Faseli
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