Oggi, 31 maggio, ricade la Giornata mondiale senza tabacco il cui scopo è quello di incoraggiare le persone ad astenersi per almeno 24 ore dal consumo di tabacco, invitandole a smettere di fumare in via definitiva. La giornata è stata indetta per la prima volta dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità il 7 aprile 1988, in concomitanza con il 40º anniversario della sua fondazione.
Giornata mondiale senza tabacco: oltre 98mila i morti
Sono molte nel mondo le persone colpite da tabagismo, ossia la dipendenza dal fumo di tabacco, che non riescono a smettere di fumare. Ma il fumo, come è ben noto, può causare numerose problematiche: un fumatore ha un’aspettativa di vita di 10 anni inferiore rispetto a quella di un non-fumatore. Tra le quasi 4.000 sostanze isolate nel fumo di sigaretta sono state classificate, nel 2004, 69 sostanze cancerogene.
Tra le varie tipologie di cancro attribuite al tabagismo vi sono: il carcinoma polmonare, il cancro ai reni, il carcinoma mammario, quello della bocca, della vescica, del pancreas e dello stomaco. Oltre che alcune malattie del sistema cardiovascolare e cardiocircolatorio. Il consumo di prodotti del tabacco è tuttora nel nostro Paese la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile. Sono oltre 93.000 morti. Per quanto riguarda i tumori, il tabacco è il fattore di rischio con maggiore impatto a cui sono riconducibili almeno 43.000 decessi annui.
Per non parlare del fumo in gravidanza. L’uso del tabacco è un fattore significativo negli aborti spontanei e contribuisce a una serie di altre minacce per la salute del feto, come parti prematuri e basso peso alla nascita e aumenta di 1,4 a 3 volte la possibilità di sindrome della morte improvvisa del lattante. L’esposizione al fumo di sigaretta nel grembo materno può ridurre la capacità del cervello del feto a riconoscere condizioni di ipossia, aumentando così il rischio di asfissia accidentale, come evidenziato in via sperimentale.
O anche dei problemi che può portare ai fattori riproduttivi. Le sostanze tossiche inalate nel fumare pregiudicano il controllo ormonale e influenzano la maturazione ovulare della donna e la produzione di sperma dell’uomo. Diverse ricerche mostrano che fumare, da parte di entrambi i membri della coppia, riduce di oltre il 30% le probabilità di rimanere incinte.
L’Oms: “Impegnati a smettere di fumare”
Il Ministero della Salute e l’Oms, da anni cercano di ridurre la quantità di fumatori nel mondo, per eliminare, o meglio, almeno diminuire, la quantità di morti e patologie dovute al fumo. Sono più di 8 milioni le persone che muoiono ogni anno a causa delle gravi e numerose patologie (malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie e diabete) correlate al consumo di tabacco. Ogni anno l’Oms crea uno slogan per la giornata: lo slogan di quest’anno è “Impegnati a smettere“.
Secondo l’ISTAT, nel 2020 il fumo di tabacco è più diffuso nella fascia di età che va trai 25 e i 34 anni per gli uomini mentre per le donne la fascia di età con la prevalenza più alta è quella tra i 55-59 anni, con una percentuale pari al 21%.
Come pubblicato sul sito web del Ministero della Salute, in tutto il mondo circa 780 milioni di consumatori di tabacco affermano di voler smettere di fumare, ma solo il 30% di loro ha accesso agli strumenti che possono aiutarli a farlo.
18 anni fa, in Italia venne emanata la legge che introdusse il divieto di fumare all’interno dei locali pubblici e qualcosa, leggermente, iniziò a cambiare. Sono molte le città che si stanno impegnando per promuovere questa giusta causa. Milano ad esempio ha bandito le sigarette nei parchi, alle fermate dei mezzi pubblici e allo stadio dal 2021 con l’obiettivo di diventare smoke free nel 2030.
Secondo l’ISS, il modo più efficace per incentivare le persone a smettere di fumare è alzare il costo delle sigarette. Metodo già approvato in Australia con notevole successo.