Il 9 Dicembre 1979, è una data da ricordare per la scomparsa del vaiolo. Il tutto grazie alla vaccinazione di massa, intrapresa da molti Paesi in quel periodo. Vaccino scoperto, dal medico inglese Edward Jenner, uomo colto considerato oggi come il padre dell’immunizzazione. Fino a quando non venne sconfitto, il vaiolo tormentò l’umanità per 3.000 anni, uccidendo 300 milioni di persone.
Vaiolo: storia e modalità di trasmissione
Si presume possa essersi evoluto a partire da un virus dei roditori. La prima evidenza clinica attendibile di vaiolo è stata trovata nella mummia del faraone egiziano Ramses V, morto 3.000 anni fa. Archivi storici asiatici invece, parlano di una malattia simile al vaiolo, in India e in Cina nei secoli successivi. L’arrivo del virus in Europa è meno chiaro.
Trasmesso via aerea, con delle goccioline che contengono virioni, di un individuo infetto. La malattia è contagiosa, ma si diffonde più lentamente rispetto ad altre malattie virali, forse perché richiede uno stretto contatto tra persone. Anche tramite oggetti infetti.
Raramente, si trasmette portato dall’aria all’interno di luoghi chiusi. I primi sintomi del virus: febbre alta, cefalea, malessere generale, dolore addominale e vomito. Dopo 2-3 giorni, la febbre si attenua ed entra in campo un’eruzione esantematica, con progressione uniforme in pustole.
Il virus e il vaccino
Il vaccino antivaiolo, è stato il primo vaccino efficace mai sviluppato, e dimostra che l’immunizzazione tramite vaccinazione protegge dalle malattie infettive.
Il medico inglese Edward Jenner aveva notato che le mungitrici che si erano infettate con il vaiolo bovino, in seguito non sviluppavano più il virus, questo dimostrava come l’inoculazione di vaiolo bovino proteggesse contro il virus. Il vaccino fu presto in uso in tutta Europa e negli Stati Uniti. Nonostante la preoccupazione riguardo la sicurezza della vaccinazione, la mortalità tramite il vaccino era vicina a zero.
“Oggi il vaiolo è l’unica malattia umana mai sradicata, una testimonianza di ciò che possiamo ottenere quando tutte le nazioni lavorano insieme. Quando si tratta di malattie epidemiche, abbiamo una responsabilità condivisa e un destino condiviso. Con questa targa commemoriamo gli eroi di tutto il mondo che si sono riuniti per combattere il vaiolo e hanno lavorato per proteggere le generazioni future “.
Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS
Lucrezia Lacarbonara
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