«Un apostrofo rosa tra le parole “t’amo”». Così Cyrano de Bergerac, nato dalla penna di Edmond Rostand, descriveva il gesto d’amore per eccellenza, il bacio. Timido o ardente, delicato o irruento, affettuoso o carico di eros, l’unione delle labbra è, sin dalla notte dei tempi, la manifestazione fisica di sentimento più ripetuta al mondo. Le Arti non si sono mai tirate indietro nel rappresentarlo: dalla pittura alla musica, passando, naturalmente, anche per la letteratura.

Pagine e pagine sono state spese per questo tema. La passione che esplode tra i protagonisti, il primo sfiorarsi, ma anche incontri tragici, commiati al sapore di lacrime, ultime fiammelle di un’emozione condivisa. Difficile individuare quale sia la descrizione più riuscita di sempre; c’è, letteralmente, l’imbarazzo della scelta. Proviamo, però, a selezionarne alcune, per sognare ad occhi aperti in questo Kissing Day.

Il bacio nella letteratura: i grandi classici

bacio letteratura
Il bacio tra Paolo e Francesca tra i più famosi della letteratura (dipinto di Amos Cassioli)

Carme V- Gaio Valerio Catullo. Non si può certo dire che il rapporto tra il poeta e la sua Clodia, ribattezzata Lesbia in onore di Saffo, sia stato tra i più tranquilli. Fra bugie, tradimenti e ritorni di fiamma, i due hanno tenuto banco tra le strade dell’antica Roma. Prima degli scontri, prima delle parole forti, però, c’erano state le carezze, e le dediche intrise di dolcezza, come quelle rintracciabili nel celeberrimo Carme V. Un invito a non tener conto delle malelingue e a vivere la loro relazione senza preoccupazioni, beandosi l’uno della presenza dell’altra, e sigillando la loro eterna promessa con una moltitudine di baci.

«Dammi mille baci, poi cento,
e poi ancora mille, poi di nuovo cento,
poi senza smettere altri mille, poi cento;
poi, quando ce ne saremo dati molte migliaia,
li mescoleremo, per non sapere e perché nessun malvagio ci possa guardare male,
sapendo che qui ci sono tanti baci.»

Paolo e Francesca, Canto V dell’Inferno- Dante Alighieri. Il primo bacio non si scorda mai, specialmente quando è proibito . La dolorosa parabola della nobildonna ravennate e di Paolo Malatesta, cognato e suo amante segreto, ha commosso il Sommo Poeta e milioni di lettori, impietositi dal cruento epilogo della loro liaison. Il parallelismo con Lancillotto e Ginevra, altri due che non se la sono passata benissimo, e la descrizione di quel peccato originale, convergono in uno dei passi più straordinari e famosi del poema dantesco.

«Quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,

la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante».

Shakespeare & Fitzgerald, quei baci fatali

Romeo e Giulietta- William Shakespeare. «Ché mai vi fu una storia così piena di dolore/come questa di Giulietta e del suo Romeo». L’eterea Capuleti e l’accorato Montecchi non hanno certo bisogno di presentazioni; i due giovani, “star-crossed lovers” della tragedia shakespeariana per antonomasia, consumano il loro idillio in un arco di tempo breve, ma decisivo. L’amore vince sull’astio che intercorre tra le loro famiglie, sulle responsabilità e, in qualche modo, anche sulla morte. A sigillare il loro eterno abbraccio, ovviamente, è un bacio.

«Romeo: Oh! allora, cara santa, lascia che le labbra facciano ciò che fanno le mani; esse ti pregano, tu le esaudisci, per timore che la fede non si cambi in disperazione.
Giulietta: I santi non si muovono, ancorché esaudiscano le altrui preghiere.
Romeo: Allora non muoverti, intanto che io raccolgo il frutto della mia preghiera. Ecco, le tue labbra hanno purgato le mie del loro peccato.»
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Il grande Gatsby-Francis Scott Fitzgerald. È possibile dimenticare una love story che ci ha segnati nel profondo? Probabilmente no, ma si può e si dovrebbe andare avanti. Il malinconico Jay Gatsby, protagonista del romanzo di Fitzgerald, non sembra tuttavia riuscirci, attirato inesorabilmente da quella luce verde, che lo riporta e lo incatena nel passato. Il ricordo della sua Daisy, fidanzata di gioventù, oltrepassa la nostalgia per trasformarsi in una sorta di ossessione. L’illusione di quella tenerezza è irresistibile, e tutto ciò che occorre per renderlo eternamente prigioniero è un accostarsi tra le bocche.

«Il cuore gli batteva sempre più in fretta mentre il viso bianco di Daisy si accostava al suo. Sapeva che baciando quella ragazza, incatenando per sempre le proprie visioni inesprimibili all’alito perituro di lei, la sua mente non avrebbe più spaziato come la mente di Dio. Così aspettò, ascoltando ancora un momento il diapason battuto su una stella. Poi la baciò. Sotto il tocco delle sue labbra Daisy sbocciò per lui come un fiore, e l’incarnazione fu completa.».

Il bacio nella letteratura contemporanea

Harry Potter e i Doni della Morte- J.K. Rowling. Non ce ne vogliano Harry Potter eGinny, ma tutti i potterhead del pianeta aspettavano solo una cosa, sin dal principio della saga: che Hermione e Ron capissero, una volta per tutte, di essere destinati a stare insieme. Ci sono voluti sei libri e mezzo, ma alla fine, quando tutto sembrava perduto, il tanto aspettato bacio è arrivato. Certo, forse il momento non era il migliore, considerando la battaglia che impazzava nel castello di Hogwarts, ma, in fondo, i nostri maghetti preferiti sono pur sempre dei teenager, guidati da un’incoscienza squisitamente adolescenziale. E a nulla valgono le proteste del protagonista, involontario terzo incomodo.

«Le zanne del Basilisco caddero con un gran fragore dalle braccia di Hermione. Corse da Ron, lo abbracciò e lo baciò sulla bocca. Ron gettò via le zanne e il manico di scopa e rispose con tanto entusiasmo che sollevò Hermione da terra.»

Chiamami col tuo nome-André Aciman. L’estate italiana del 1983 fa da sfondo alla storia tenera e malinconica del diciassettenne Elio e dello studente americano Oliver. Un rapporto che inizia dopo mille ripensamenti, che sfida l’omertà, le incertezze e i dubbi, e che resta impresso in modo indelebile nel cuore due ragazzi, seppur con un retrogusto dolceamaro. Dal romanzo è stato tratto un fortunato film, diretto da Luca Guadagnino e con Timothée Chalamet ed Armie Hammer.

«”Posso baciarti?”Che domanda, e dopo il bacio sulla collina, poi! Oppure avevamo voltato pagina e stavamo ricominciando tutto da capo? Non gli risposi. Senza annuire, avevo già portato la bocca alla sua (…). Fu come se, in maniera del tutto inattesa, tra noi si cancellasse qualcosa e, per un secondo, non ci fosse nessuna differenza di età, eravamo solo due uomini che si baciavano, e poi perfino questa immagine sembrò dissolversi e cominciai a sentire che non eravamo più nemmeno due uomini, ma due esseri viventi.».

Delle labbra che si toccano, il motore del mondo

«I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte».

Lo scriveva Jacques Prévert, nel suo inno al primo amore I ragazzi che si amano, descrivendo perfettamente il trasporto che muove i corpi l’uno verso l’altro, e che li chiude in una bolla di estasi e straniamento dalla realtà. Un eterno istante di Paradiso, in cui due diventano uno. Proprio come dev’essere un bacio.

Federica Checchia

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