Il commissario Montalbano porta al cinema i fan!

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

«Il commissario Montalbano sono!». Ritornano le indagini del commissario più famoso d’italia e d’Europa, con il volto e gli occhi verdi di Luca Zingaretti, nelle vesti di attore e regista questa volta.  

Rassicurante il successo al cinema, che fa ben sperare nell’alto share televisivo previsto per il 9 marzo, con la messa in onda della prima puntata su Raiuno.  Anno difficile per la troupe de Il commissario Montalbano che, nel giro di poco tempo, ha perso due pilastri importanti dello show: Andrea Camilleri e Alberto Sironi.

Questa stagione è indubbiamente la più dolorosa – confessa l’attore- perché mancano tre colonne portanti della serie e soprattutto tre amici (a febbraio se n’è andato anche lo scenografo Luciano Ricceri) che, sono sicuro, da lassù festeggeranno il ritorno di Montalbano con un calice di vino.

Il commissario Montalbano PhotoCredit:dal web
Il commissario Montalbano PhotoCredit:dal web

In linea con umori e criticità di un società in trasformazione, il primo episodio della nuova stagione si configura come un luminoso affresco della nostra nazione. I temi toccati sono tanti e più che mai attuali: dalla violenza di genere alle ostili dinamiche in fatto d’integrazione degli immigrati – di cui la Sicilia è bacino d’interesse-. A sorprendere, su tutto, una sottotrama squisitamente gay friendly. Chissà come reagirà il pubblico di Raiuno…

TRAMA PRIMO EPISODIO – Il commissario Montalbano- Salvo amato, Livia mia

Nella terra dal sole battente la luce del giorno illumina il corpo senza vita di una giovane donna. È Agata Cosentino, uccisa con numerose pugnalate in un corridoio dell’archivio comunale. I dubbi sono tanti. Forse una violenza sessuale degenerata in omicidio. Un’ipotesi che non convince Montalbano. Iniziano le indagini del commissario che scavano sempre di più il passato di Agata, oscuro e pieno di misteri (Twin Peaks scanzete).

Dopo alcune ricerche scopre che la donna era un’amica affezionata di Livia. Si erano conosciute a Genova dove Agata aveva lavorato qualche anno prima di ritrasferirsi a Vigàta dove era stata assunta all’archivio comunale. Una donna timida e riservata che si circondava di poche e fidate persone. Agata, però, non era la persona ingenua e socievole che tutti pensavano di conoscere…

Seguici su MMI