Fra le canzoni meno note di Francesco Guccini, Il Compleanno è uno dei brani contenuti nell’album Due anni dopo, uscito nel 1969 per EMI. Un’aspra critica nei confronti del sistema borghese, incorniciata in una scena quotidiana un tempo consueta, condita da una riflessione sui primi problemi amorosi; il tempo che fugge, le delusioni adolescenziali, le speranze dissolte.

Il Compleanno, Francesco Guccini: il topos del tempo e la poetica del ricordo

Il topos del tempo è un tema ricorrente in Francesco Guccini, che ritorna anche nel brano Il Compleanno. La nostalgia rivolta al passato e i rimandi del tempo che fu sono delle tematiche chiave nei suoi album e nei suoi brani più o meno famosi. Nel brano Incontro il cantautore emiliano discorre con una vecchia amica incontrata dieci anni dopo. Francesco riflette sul tempo trascorso: emblematiche le espressioni ”la tristezza poi ci avvolse come miele per il tempo scivolato su noi due” ”Stoviglie color nostalgia”; quest’ultima espressione si riferisce a un verso della poesia La signorina Felicita di Guido Gozzano; fra i maggiori esponenti della corrente letteraria del crepuscolarismo. In Un altro giorno è andato si concentra, ancora, sull’incedere inesorabile del tempo; l’estate è già fuggita, e sull’uscio della bella stagione ora capeggia prepotentemente l’avanzare dell’inverno. E con lei fugge anche la gioventù:

”Le porte dell’estate dall’inverno son bagnate, fugge un cane come la tua giovinezza”.

Il topos del tempo e della nostalgia della gioventù lo si ritrova anche nella straziante E un giorno, così come nelle minori come Il compleanno. Accanto ai rimandi passati c’è sempre accanto il rimpianto della giovinezza, vista con cinico distacco e quasi con sguardo tenero; tutte le aspirazioni, le fantasticherie adolescenziali sono schiacciate e compresse dallo scorrere dei giorni. E quasi fa pena rivolgere lo sguardo alle aspirazioni pure della giovinezza. Guccini esprime questa stessa amarezza in Canzone dei dodici mesi dove, protagonista, è ancora la caducità del tempo;

”Diverso tutti gli anni, ma tutti gli anni uguale”.

Un verso che sottolinea l’apparente diversità degli anni che si susseguono veloci e, in realtà, tutti uguali; passando velocemente senza lasciare alcuna traccia, se non sfumature malinconiche e nostalgiche del tempo andato.

”Le buone cose di pessimo gusto”: il rimando al crepuscolarismo di Guido Gozzano

Il crepuscolarismo ha come temi principali le consuetudini, la nostalgia, le periferie, i quartieri desolati e provinciali così come le azioni quotidiane. Il Compleanno di Francesco Guccini sembra proprio appartenere a questo filone letterario. Guccini descrive una festa di compleanno: la trepidazione dell’attesa, la ragazza riservata e timorosa che, almeno per quel giorno, sarà al centro dell’attenzione. Lo scenario del brano è incastonato in una tipica festa anni ’60; quando i festeggiamenti avvenivano in casa, con i tipici dolciumi per l’occasione, il vestito buono, i lenti e i balli che partivano di soppiatto, le incursioni di cugini o fratelli più piccoli. In un’immagine senza malizia, non mancano le critiche alle preconfezionate convenzioni borghesi, le imposizioni sociali, e quelle ”buone cose di pessimo gusto” sottolineate dal Gozzano che anche rivivono ne Il Compleanno di Francesco Guccini :

Non è proprio il giorno del tuo compleanno
Però è di domenica che le feste si fanno
E di sera tuo padre vuol stare a guardar la TV
Hai messo il vestito modello francese
Che è quasi costato la paga d’un mese
L’amica ti ha detto dov’è il parrucchiere
Che è caro, ma è tanto bravino
Tua madre ti ha fatto la torta di riso
Darai un po’ di vermut e un poco di vino
Su “Grazia” hai imparato a ricevere gli ospiti e ormai

Il compleanno della protagonista è appena trascorso ma, come consuetudine del tempo, è di domenica pomeriggio che si fanno le feste. Imbellettata con il vestito all’ultima moda che, alla famiglia, è costato lo stipendio, insieme al parrucchiere in voga raccomandato dall’amica, la festeggiata attende gli invitati. La mamma ha cucinato la classica torta di riso, da servire con il vermut e il vino. Riecheggia, così, un altro componimento del Gozzano crepuscolare: L’Amica di Nonna Speranza, dove il salotto ornato con suppellettili pseudo sfarzosi, non è altro che un’accozzaglia di oggetti grossolani che rende i padroni di casa fieri di quei possedimenti. Appare, nella prima strofa de Il Compleanno, lo stesso scenario: una fastosità dal gusto popolare, kitsch, ma soprattutto obbligata e serva del mondo impositivo borghese.

L’attesa e le illusioni svanite

Nel brano Il Compleanno, Francesco Guccini non manca di sottolineare anche l’aspetto emotivo, e non solo sociale e storico di quel periodo. Le cose buone, i servizi, le sale, i migliori indumenti; l’attesa di un incontro da parte della protagonista del brano che aspetta impaziente l’arrivo dell’invitato più sospirato: un lui non ben specificato, in cui la festeggiata ripone le sue speranze d’amore.

Aspetti che inizi la grande giornata
La sala migliore è di già illuminata
Ti guardi allo specchio, sei un po’ emozionata perché
Lui verrà

Arrivano i primi in ritardo di rito
L’amica migliore ti ha copiato il vestito
E attorno a sé sparge il suo fascino e odor di “Chanel”
Ti han fatto il regalo, son stati carini
Il disco di moda ed i cioccolatini
La zia dalla porta ti manda i cugini
“Perché non volete i bambini”?
Si mettono i dischi, si balla allacciati
C’è un po’ di penombra, son tutti accoppiati
Arriva la torta, si ride e si scherza ed ormai.

Gli invitati sono quasi arrivati, ma l’eccitazione dell’attesa ha già lasciato il posto alla delusione; la protagonista si accorge che la sua migliore amica non solo le ha copiato il vestito, ma detiene su di lei l’attenzione che, di fatto, considerando che si tratta del giorno del suo compleanno, almeno per quell’occasione dovrebbe spettarle di diritto. Intanto intorno, l’amica, diffonde il profumo indossato: e con questa fragranza un fascino a cui tutti sembrano cedere. Si continua con una scena familiare, usuale e tipica: si balla nella penombra, sperando di ottenere un’intima vicinanza, mentre una zia tuona dall’altra stanza, dimenticando la sua di gioventù e chiedendosi perché, nella stanza dei ”grandi”, i bambini non sono ammessi.

Il tempo è passato e la grande giornata
E’ quasi finita e non è cominciata
Hai visto che lui la tua amica ha baciato e da te
Non verrà

Il tempo è ormai trascorso, e quella giornata foriera di speranza, quel giorno genetliaco che si preannunciava ricolmo di possibilità è già sfumato; la festa sta per finire, e quel Lui in cui la ragazza aveva posto gli auspici più teneri, classici delle prime emozioni amorose, ha baciato l’amica più cara. Ecco, quindi, la ferma rassegnazione della realtà: lui non c’è.

Il Compleanno di Francesco Guccini o la canzone delle speranze dissolte

La delusione pulsa viva, insieme alla tristezza di quegli auspici di felicità ormai dissolti; i sogni, di cui quel giorno sembrava messaggero, non sono altro che momenti ormai passati. La felicità si disintegra nel momento stesso in cui quella storia di amore che poteva essere e divenire è morta prima di nascere. Nel testo, Guccini intima alla ragazza, come una voce fuori dalla scena, di non piangere. Cosa potrebbero dire quegli amici giunti per la sua festa, alla visione di tale spettacolo? Intanto gli ornamenti imbanditi per il compleanno stanno ormai per cedere e luci per spegnersi.

Cosa resta di tanta aspettativa, se non i costi ingenti che quella festa tanto bramata ha recato? Ma pur di contentare la morale convenzionale, il party è stato fatto. L’amica migliore la saluta ignara del dolore che ha causato, indirettamente; il lui sospirato corre fuori con lei, non degnando neanche di uno sguardo la protagonista del brano.

Non piangere il giorno del tuo compleanno
Gli amici ti guardano, cosa diranno
Tra un po’ se ne andranno e tuo padre starà alla TV
Non hai più il vestito modello francese
Le luci di sala non sono più accese
La festa è finita e son tante le spese
E siam solo ai primi del mese
L’amica migliore ti ha già salutato
Appena lei è uscita anche lui se n’è andato
Ti ha appena guardato per correre fuori con lei

Consolati e pensa che il tuo compleanno
Ritorna fra poco, soltanto fra un anno
Gli amici gentili un regalo faranno, ed il tuo tempo va
E non tornerà

L’unica consolazione è che un altro compleanno, fra un anno appena, ritornerà; e di nuovo ci saranno scene consuete, aspettative, speranze… E con loro anche il tempo fuggevole che, sommesso e tacito, avanzerà dissolvendo quell’età dorata, copiosa di sogni, lasciando il posto ad un’amara nostalgia.

Stella Grillo