Il dualismo di Marcel Duchamp: l’alter ego Rrose Sélavy

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Marcel Duchamp (il nome completo è Henri-Robert-Marcel Duchamp) è stato tra gli artisti di maggior rilievo del ‘900. Insieme all’amico Picabia sarà uno dei rappresentati del movimento dada di New York, diventandone un pioniere nonostante provenisse da esperienze cubiste. Tra pittura e ready-mades rivoluzionò totalmente l’arte, ridefinendo la figura stessa dell’artista come individuo unico per crearne il suo alter ego: Rrose Sélavy.

Marcel Duchamp e la nascita di Rrose Sélavy

Rrose Selavy

Liberarsi dalle costrizioni dell’epoca per indossare abiti femminili e posare con un’altra identità era quasi un affronto, ma Marcel Duchamp non si limitò solo a questo. Sfidando la morale decise d’indossare le vesti di Rrose Sélavy, una donna degli anni Venti, e renderla il più reale possibile. Parte dal nome che ha un significato ambivalente, se si traduce letteralmente è “la vita è rosea“, ma se si fa attenzione all’assonanza delle parole, il significato cambia completamente e diventa: “Eros è la vita“. Un dettaglio fondamentale, la cui presenza nel nome denota il voler comunicare da subito le caratteristiche di questo personaggio.

La sua prima raffigurazione risale al 1921 nel famoso scatto realizzato da Man Ray. Se prima per la realizzazione dei ready-mades usava oggetti ecco che adesso era il suo stesso corpo a diventare opera d’arte e la sua identità. In questo modo crea un’icona, un alter ego che mette in discussione la figura dell’artista come univoca, in quanto Rrose Sélavy esisteva e aveva una sua autonomia esistenziale. Infatti il suo nome era utilizzato per firmare delle opere come il ready-madeBelle Haleine, Eau de Voilette” o “Perchè non starnutire, Rrose Sélavy?“.

In questo modo avviene la spersonalizzazione dell’artista che allontana l’opera dall’artefice. Marcel Duchamp ha anticipato quello che sarà poi il concetto di arte nella cultura pop consumistica, entrando per sempre nella storia, così che il suo genio non verrà mai dimenticato.

Francesca Agnoletto

Seguici su Google News