Il Glossario dei Videogiochi di Simone Barbieri – Recensione

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Di Redazione Metropolitan

Quante volte abbiamo usato la parola “droppare“? Cosa significa comprare un videogioco al “day one“? E quando ci scrivono “farmare“, andiamo nel panico perché non sappiamo che cavolo vuol dire? Nessun problema. Il Glossario Dei Videogiochi, curato da Simone Barbieri ed edito per la collana Game Culture dell’editore Unicopli fa al caso nostro!

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Il Glossario dei Videogiochi è una maestosa raccolta che conta più di 200 pagine e contiene vocaboli in uso oggi nel panorama videoludico: la ricerca certosina e la chiara definizione dei termini è frutto di uno studio mirato e preciso. Duecento pagine di glossario danno l’aria di essere un grande manuale accademico, di quelli tediosi e prolissi, invece non è così.

Simone Barbieri, appassionato di videogames da sempre, laureato in Italianistica e Scienze Linguistiche, deve proprio alla sua tesi di laurea la ricerca e stesura di un glossario dedicato al mondo videoludico. Il suo lavoro di tesi, tuttavia, si concentrava su “L’influenza dell’inglese sull’italiano attraverso i videogiochi”.

Secondo l’autore, il volume ha la doppia valenza di avvicinare i neofiti al mondo dei videogiochi e al suo lessico sviluppatosi nel corso degli anni, dal cui fenomeno possono nascere vari spunti di riflessione sulla didattica della linguistica, ed è anche rivolto ai videogiocatori per colmare alcune loro lacune su termini che non hanno mai incontrato.

Il Glossario Dei Videogiochi è qualcosa di innovativo, un argomento che non era mai stato affrontato sul mercato editoriale italiano, questo sempre abbastanza carente dal punto di vista dei games studies.

Nell’introduzione, l’autore si focalizza giustamente sull’etimologia della parola “videogioco”, partendo dalla – ormai superata – definizione di giochi elettronici. Barbieri aggiunge che tale definizione è riduttiva per la potenzialità, sempre più dilagante, del medium poiché nell’immaginario collettivo la parola “gioco” rimanda esclusivamente ad un’attività ad esclusivo appannaggio di bambini, adolescenti, o semplicemente appassionati incalliti.

In realtà, non è così. Molti studiosi hanno analizzato il gioco nel corso della storia umana e nella sua evoluzione costante; Huizinga, sociologo olandese autore del saggio Homo Ludens, definisce l’attività ludica come antecedente alla cultura, attività dalla quale la cultura si è formata. Caillois invece, storico francese, suddivide il gioco in quattro categorie distinte le quali trovano un corrispettivo anche nella vita reale, purché l’individuo rispetti le regole.

Ma non solo, Barbieri ci tiene, giustamente, a precisare che la tecnologia che sta alla base dei prodotti videoludici è in costante progresso e, con lei, anche la terminologia che l’accompagna.

Il progresso tecnologico ha avuto modo di allargare il bacino di utenza dei principali fruitori del medium, ampliare il gameplay ad un approccio sempre più rivolto alla libertà (d’azione o decisionale) e, di conseguenza, anche il proprio lessico.

Oggi si parla di free-to-play e battle royale, grazie alla crescente ascesa di giochi di questa tipologia (Fortnite, Apex Legends), si parla di competizioni e-sports, di remote play. Sono tutti termini introdotti da poco e che una manciata di anni fa neanche esistevano.

Ogni generazione videoludica porta con sé un bagaglio di termini nuovi, per questo il glossario è una risorsa utilissima seppur in parte limitante in quanto ha bisogno di aggiornamento continuo e al passo con i tempi.

Per l’autore è fondamentale riferirsi al medium videoludico abbandonando definizioni obsolete come “giochi elettronici” e affidarsi ad un termine più generico e moderno come OMI (Opere Multimediali Interattive), termine “ombrello” che include oltre ai videogiochi anche qualsiasi creazione di tipo elettronico/informatico capaci di essere interattiva.

Prima del glossario vero e proprio, il libro contiene un’introduzione che spiega le motivazioni dell’autore, senz’altro valide, e la grande importanza di un’opera del genere.

E’ giusto sensibilizzare i lettori ai videogiochi ed il loro mondo che Barbieri definisce come “patrimonio dell’umanità” che, senza esagerazioni, è un pensiero che sento di condividere e sostenere.

Il Glossario presenta termini specifici dedicati al “gioco giocato”, ma anche termini che indicano il comparto hardware e software, i programmi, termini specifici per il game development, per il marketing, per la pubblicità e così via.

In tutto, il libro vanta ben 1213 termini. Molte parole sono state escluse dalla stesura finale perché l’autore ha guardato anche a quali termini vanno in voga oggi, nel 2020, rispetto agli anni scorsi. Ad esempio, è stato escluso il termine AV poiché obsoleto, e sostituito da più moderno HDMI, l’interfaccia ad alta definizione ormai indispensabile per tutte le console, lettori e PC.

Ogni termine ha la sua trascrizione fonetica, viene specificato se è un sostantivo, verbo o aggettivo, se è maschile o femminile, se sono invariabili; ogni verbo ha la sua definizione, se transitivo o intransitivo. Per alcuni termini è presente anche l’origine di una specifica parola. Prendo l’esempio di Avatar, che deriva dal sanscrito “avatara”, ovvero “incarnazione”. A seguire, una definizione completa ed elementare, adatta a chiunque si accinge a leggerla, dallo “smanettone”, alla nonna.

Insomma, un lavoro di tutto rispetto in cui la raccolta di fonti è stata davvero precisa e variegata. Tutti i termini presenti sono stati presi da fonti cartacee, testi accademici dedicati al mondo dei videogiochi, siti di notizie, video di canali Youtube e Twitch blog e soprattutto forum.

Il Glossario dei Videogiochi è quindi un’opera assai completa e fondamentale sia per chi vuole entrare nel mondo dei videogiochi con sguardo critico, come un genitore, oppure uno studioso che desidera approcciare questo “mondo” interattivo per la stesura di un articolo o saggio accademico, oppure al semplice appassionato che vuole conoscere nuovi termini in uso oggi magari dai giovanissimi (come coddaro, ovvero un appassionato di COD, Call of Duty) oppure sapere di più su un articolo hardware.

Sento, quindi, di consigliare questa opera a tutti i lettori di Metropolitan Magazine! Fate sapere cosa ne pensate qui, nei commenti!

Buon gaming a tutti, e non fate i niubbi!

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