Papa Francesco per l’apertura degli Stati Generali della Natalità: “Il tema della natalità rappresenta una vera e propria emergenza sociale. Non è immediatamente percepibile, come altri problemi che occupano la cronaca, ma è molto urgente: nascono sempre meno bambini e questo significa impoverire il futuro di tutti; l’Italia, l’Europa e l’Occidente si stanno impoverendo di avvenire”.

Queste le parole del Papa nel saluto inviato ai partecipanti alla seconda edizione degli Stati Generali della Natalità, che hanno luogo nelle giornate di oggi 12 e domani 13 Maggio presso l’Auditorium della Conciliazione a Roma. Gli Stati Generali della Natalità si occuperanno del problema della denatalità prima che si arrivi al 2050 con questo flusso che porterebbe l’Italia ad avere 5milioni di abitanti in meno.

Il Papa sul problema della natalità

“Cè una periferia esistenziale in Occidente, poco vistosa, che non si nota immediatamente. È quella delle donne e degli uomini che hanno il desiderio di un figlio, ma non riescono a realizzarlo. Molti giovani faticano a concretizzare il loro sogno familiare. E allora si abbassa asticella del desiderio e ci si accontenta di surrogati mediocri, come gli affari, la macchina, i viaggi, la custodia gelosa del tempo libero… La bellezza di una famiglia ricca di figli rischia di diventare un’utopia, un sogno difficile da realizzare. Questa è una nuova povertà che mi spaventa. È la povertà generativa di chi fa lo sconto al desiderio di felicità cheta nel cuore, di chi si rassegna ad annacquare le aspirazioni più grandi, di chi si accontenta di poco e smette di sperare in grande”. Con queste ed altre parole Papa Francesco ha commentato l’attualissima crisi della natalità della quale si dibatterà proprio in questo giorni con gli Stati Generali della Natalità.

“Non vedere il problema della denatalità è un atteggiamento miope; è rinunciare a vedere lontano, a guardare avanti. È girarsi dall’altra parte, pensando che i problemi siano sempre troppo complessi e che non si possa fare nulla. È, in una parola, arrendersi”. Prosegue ancora il Pontefice in riferimento all’evento che sta svolgendosi: “Per questo mi piace il titolo del vostro evento, organizzato dalla Fondazione per la Natalità e promosso dal Forum delle Famiglie, ‘Si può fare’. È il titolo di chi non si rassegna. È il titolo di chi spera contro ogni speranza, contro numeri che inesorabilmente peggiorano di anno in anno”. Per il Papa infatti questo “si può fare” significa non accettare passivamente l’impossibilità del cambiamento, perché “le cose possono cambiare se senza paura, andando oltre gli interessi di parte e gli steccati ideologici, ci si impegna insieme”.

Le parole del Presidente Mattarella

In un messaggio inviato per gli Stati Generali della Natalità al Presidente della Fondazione per la Natalità e del Forum delle Associazioni Familiari Gianluigi De Palo, il Presidente Sergio Mattarella commenta, anche lui come il Papa, il problema della denatalità. “La accentuata diminuzione della natalità rappresenta uno degli aspetti più preoccupanti delle dinamiche sociali contemporanee e segnala una difficoltà”. Dunque secondo il Presidente occorre “assumere con determinazione l’obiettivo di affrontare la crisi della struttura demografica del Paese, favorendo la famiglia e l’adempimento dei relativi compiti come prescrive l’art.31 della Costituzione, che ci richiama conseguentemente alla tutela della maternità, dell’infanzia e della gioventù”.

Il Presidente Mattarella scrive che “la struttura demografica del Paese soffre di gravi squilibri che incidono in modo significativo sullo sviluppo della nostra società. Un fenomeno accentuatosi con la pandemia e che ha generato nuove disuguaglianze e una diffusa precarietà che scoraggia i giovani nella costruzione di una famiglia. Le azioni previste nell’ambito della legge delega 32/2022, recentemente approvata dal Parlamento, meritano di essere rapidamente rese esecutive, per contribuire alla ripartenza del Paese”.

Per il nostro Capo di Stato “le istituzioni a tutti i livelli hanno la responsabilità di tutelare la maternità, l’infanzia e la gioventù favorendo gli istituti necessari a tale scopo”. Le donne “devono affrontare ancora oggi troppi impedimenti e difficoltà per raggiungere una piena parità e un apporto essenziale può venire dalla conciliazione dei tempi di cura della famiglia e dei tempi di lavoro. È questione che interpella anche le imprese e la loro funzione sociale. Non può esservi opposizione tra impegno professionale, attività lavorativa e scelta di maternità. Le politiche per la famiglia sono un contributo essenziale allo sviluppo” del Paese. 

Ginevra Mattei