Bentornati nell’universo cinematografico di Movie Award. Nello scorso numero siamo stati negli Stati Uniti dove vi abbiamo parlato dell’incredibile vittoria agli Oscar di “Rocky“. Ora prendiamo il nostro aereo e torniamo a Venezia. Vogliamo parlarvi del film che ha vinto il Leone d’oro nella contestatissima edizione n 21 della Mostra del cinema di Venezia. Si tratta di “Il passaggio del Reno” del francese Andrè Cayatte.
Il passaggio del Reno di Cayatte
Partito da temi impegnativi come la giustizia e la morale, nel 1960 Andrè Cayatte cambiò notevolmente il suo cinema. Abbandonò il noir e si dedicò a film più commerciali e alla moda. In quell’anno presentò a Venezia l’ambiguo film “Il passaggio del Reno”. Erano anni di aspre polemiche sul cinema d Cayatte che veniva considerato mediocre e neppure quest’ultima pellicola sembrava aver lasciato il segno. La storia di due prigionieri francesi deportati in Germania durante la seconda guerra mondiale e poi ritornati dopo la guerra non scosse particolarmente il pubblico. Questo anche perché spiccano nell’impianto narrativo della pellicola sia efficaci momenti drammatici che punti della storia più confusionari in cui la regia sembra vittima di notevole incertezze. Di certo è ottima l’interpretazione di un giovane Charles Aznavour calatosi in ruolo drammatico.
Perché il Leone d’oro andò a Cayatte
A dirigere la Mostra del Cinema di Venezia c’era nel 1960 Emilio Lonero, all’epoca segretario del Centro cattolico cinematografico e bollato come “protetto dalla Dc”. Questi, provocando le dimissioni immediate della commissione selezionatrice, aveva deciso di affermare in maniera troppo ideologica in questa Venezia 21 i valori spirituali del cinema. In corsa per il Leone d’oro e favorito alla vittoria finale c’era il capolavoro di Luchino Visconti “Rocco e i suoi fratelli”. Un film censurato dalla Dc che lo considerava “non molto morale e denigratorio” e che aveva cercato di anche di bloccarne le riprese a Milano. Dunque Visconti aveva, come nel caso del travagliato “Senso”, contro la politica del tempo che fece optare per la vittoria finale ad un film meno pericoloso come “Il passaggio del Reno”. L’annuncio del Leone d’oro a Cayatte provocò enormi fischi in sala da parte di un pubblico ampiamente viscontiano. Visconti invece dovette consolarsi con un magro Leone d’argento.