Benvenuti nell’universo cinematografico di Movie Award. In questa puntata prendiamo il nostro aero per abbandonare Cannes e dirigerci oltre le colonne d’Ercole. Ce ne andiamo in America perchè vogliamo parlarvi di un film che ha vinto ben 9 Oscar nel 1996 lasciando perplessi molti critici. Un kolossal sdolcinato di due ore che è passato alla storia con il nome di “Il paziente inglese”.
Il paziente inglese, un kolossal infinito
Tratto dall’omonimo romanzo di Michael Ondaatje “Il paziente inglese” è il film infinito che ha fatto trionfare agli Oscar Anthony Minghella. Girato tra Italia e Tunisia è la storia di un misterioso paziente ustionato curato in Toscana da un’infermiera dell’esercito canadese che si innamora di lui. Un film acclamato al botteghino dove ha incassato di 231 milioni di dollari arrivando alla ribalta grazia ad una fotografia ed un montaggio sontuosi.
Accanto allo bello stile visivo spiccano l’interpretazione del protagonista Ralph Fiennes scelto dopo il gran rifiuto di Daniel Day Lewis precedentemente indicato per quel ruolo. Tra i personaggi femminili non possiamo dimenticare il bellissimo lavoro di Juliette Binoche vincitrice di un Oscar alla migliore attrice non protagonista per il ruolo dell‘infermiera canadese Hana.
Una vittoria controversa
Aldilà del grande successo di botteghino e relative lacrime a partire dalla prima del film, la vittoria degli Oscar di “Il paziente inglese” resta quanto mai controversa. Gran parte della critica si domandò come mai fossero stati ignorati bellissimi film come “Fargo” e “Larry Flint”. Inoltre molto spesso i critici hanno definito kitch i modi e lo stile usati in questo film accusato di essere noiosamente lungo soprattutto per quanto riguarda la parte ambientata nel deserto.
Molti inoltre hanno visto molte differenza tra il film definito banale rispetto al ritmo perfetto e alle atmosfere misteriose ed interiori del romanzo. Probabilmente la vittoria di questo lungometraggio è dovuta soprattutto al suo essere perfettamente confezionato secondo uno stile prettamente hollywoodiano. Uno stile ultracommerciale e strappalacrime.
Stefano Delle Cave