Nel nuovo appuntamento della rubrica Letteratura per l’Infanzia, Il pellerossa nel presepe di Gianni Rodari; un componimento natalizio rivoluzionario: versi per bambini che sottolineano l’importanza dell’inclusione da uno dei più grandi maestri e pedagogisti del Novecento.

Il pellerossa nel presepe, Gianni Rodari e l’importanza della fratellanza

Il Pellerossa nel presepe, Gianni Rodari - Credits: poesie.reportonline.it
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Il pellerossa nel presepe di Gianni Rodari è un componimento contenuto nella raccolta “Filastrocche in cielo e in terra”, Einaudi ragazzi, datata 1972. L’atteggiamento pedagogico di Gianni Rodari verso i suoi bambini prevedeva un modo di fare differente dalla consueta didattica del tempo; Rodari guardava al bambino come un piccolo adulto, capace e conscio di apprendere anche valori alti, sofferenze, o dinamiche tipicamente lontane dal mondo dell’infanzia. Si pensi al celebre romanzo C’era due volte il Barone Lamberto dove qui, il pedagogista di Omegna, presenta ai suoi piccoli lettori il tema della morte. Ecco quindi che, nella poesia Il pellerossa nel presepe, Gianni Rodari introduce la tematica del diverso, dell’inclusione, della differenza come ricchezza, arricchimento, uguaglianza e solidarietà:

Il pellerossa con le piume in testa
e con l’ascia di guerra in pugno stretta,
come è finito tra le statuine
del presepe, pastori e pecorine,
e l’asinello, e i Magi sul cammello,
le stelle ben disposte,
e la vecchina delle caldarroste?
Non è il tuo posto, via, Toro Seduto:
torna presto da dove sei venuto.
Ma l’indiano non sente.
O fa l’indiano.
Ce lo lasciamo, dite, fa lo stesso?
O darà noia agli angeli di gesso?
Forse è venuto fin qua
ha fatto tanto viaggio,
perché ha sentito il messaggio:
pace agli uomini di buona volontà.

Gianni Rodari si è sempre occupato del fluire del tempo, scandito da festività e stagioni; Il Pellerossa nel presepe è un modo di vivere il Natale e la Natività in chiave moderna. Versi di estrema potenza che più che mai oggi risultano attuali: si parla di integrazione in un’immagine fissa che, di anno in anno, è scandita dai consueti pastorelli e dove non c’è spazio per etnie differenti. ”Ma Gesù Bambino, non è di tutti?” sembra dire Gianni Rodari. Il pellerossa nel presepe ha fatto tanto viaggio perché ha udito il messaggio di pace che Gesù, con la sua nascita, reca a ogni uomo senza alcuna distinzione. Una poesia sull’inclusione, l’integrazione e l’importanza del diverso che non deve intimorire ma predisporre, chiunque, alla fratellanza e all’armonia.

Stella Grillo

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