Il Romics: quell’effervescenza che non si attenua mai

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Di Redazione Metropolitan

La pandemia di Covd-19 ha inesorabilmente rinchiuso il mondo in una stasi temporale, sottoponendolo ad una pausa forzata. Ciò ha colpito duramente anche il nostro mondo, quello nerd, quello contraddistinto da alcuni appuntamenti fondamentali durante l’anno, date che ci segniamo sul calendario appena rilasciate. Il Romics è proprio uno di questi appuntamenti, non vi è ombra di dubbio, piaccia o non piaccia.

Organizzo tutto il mio anno intorno a questo evento.

Jacqueline Follet – Il Diavolo veste Prada

Noi poveri mortali non avendo a disposizione la Gemma del Tempo abbiamo ahimè subito tutto questo, accontentandoci di sporadiche apparizioni e compensazioni online, ma… finalmente la normalità sembra di nuovo imporsi e i primi eventi in presenza cominciano a fiorire. La pandemia avrà fermato il mondo ma non ha attenuato le nostre passioni. A noi nerd chi ci ferma? Nessuno! Né giganti fuori dalle mura né microorganismi da film distopico. Fumetti e cinecomics ci hanno preparati a tutto.

Un artista della Scuola Romana dei Fumetti all’opera durante la Fiera

Il Romics: simbolo di resilienza

Si dice che Roma sia la città eterna. Che lo sia anche la sua Fiera del fumetto? Il Romics anche quest’anno ha dimostrato di possedere la capacità di rialzarsi. In che modo? Non negandosi al suo pubblico di affezionati. Si poteva fare di più? Sempre. Si poteva fare di Meglio? Certamente. Negare questo sarebbe da ipocriti, tuttavia… Si è fatto, questo è ciò che oggi contava.

Meno “paccottiglia” e più eventi, meno rivenditori e più Case Editrici e Produttori sarebbe stato meglio? Questo è il cruccio di ogni edizione. È la su “grande bellezza”, il suo non essere ma soddisfacente, proprio come la città che lo ospita, ma in fondo anche la sua magia intrinseca, assieme ai suoi Cosplayers che anche quest’anno sono accorsi numerosi al richiamo. Qualcuno un po’ più rimediaticcio del solito, certo, ma presente per alimentare quell’effervescenza collettiva alla base del sentimento di appartenenza a un gruppo, al nostro gruppo. Anche questo contava più di ogni altra cosa, almeno quest’anno.

Le polemiche lasciamocele per il prossimo e godiamoci almeno l’idea che, a scanso di equivoci e attacchi zombie, una prossima edizione ci sarà e noi (dita incrociate) saremo pronti ad accalcarci tra i padiglioni in cerca di carte da gioco, fumetti e… immancabili selfie con i cosplayers.

Dario Bettati

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