Una ragazza selvaggia, nata libera, come il vento. Corre a cavallo sugli altopiani del Caucaso, ascolta le voci degli alberi, degli animali, degli dèi e degli eroi. Questo è un romanzo, sulla figura della madre di Leonardo Da Vinci. Un’idea insolita, originale, basata su ricerche d’archivio e storiche. Ma è ragione o sentimento a smuovere l’ipotesi più strana, mai sentita prima, mai scritta in un libro, che cambierebbe la storia del genio e del talento del Rinascimento? “Il sorriso di Caterina, La madre di Leonardo“, il libro del Professor Carlo Vecce per La casa editrice Giunti.
La madre di Leonardo straniera e schiava
“La grande novità nella storia di Caterina, che noi sapevamo essere la madre di Leonardo, ma non ne sapevamo nient’altro – dice l’autore Carlo Vecce alla presentazione del libro a Firenze della casa editrice Giunti – è che non è italiana, è una straniera ed è anzi una straniera al più basso gradino della società, perché era una schiava“. Il suo è un popolo al di fuori del tempo; la sua lingua, la più antica e incomprensibile del mondo. Poi, un giorno, improvvisamente, viene trascinata con violenza nella Storia. Catturata alla Tana, l’ultima colonia veneziana alla foce del Don, inizia un viaggio incredibile per il Mar Nero e il Mediterraneo. Vede le cupole d’oro di Costantinopoli alla vigilia della conquista turca, vede Venezia sorgere dalle acque come in un sogno, e infine Firenze nello splendore del Rinascimento. Ma non è un viaggio di piacere. Caterina è una schiava, una cosa.
La sua esistenza si intreccia ora con quella di pirati, soldati, prostitute, altre schiave come lei, avventurieri e mercanti, uomini e donne che l’hanno comprata, rivenduta, affittata. La sua storia è grande e liquida e mobile come il mare che lei ha attraversato. La storia di una ragazza a cui qualcuno ha rubato tutto, il corpo, i sogni, il futuro, ma lei è stata più forte, da sola ha percorso le strade del mondo senza avere paura, ha sofferto, ha lottato, ha amato, ha riconquistato la sua libertà, e la dignità di essere umano. Uno dei figli che ha messo al mondo quando era ancora schiava, Caterina l’ha amato più della sua vita. E sa che lui l’ha amata allo stesso modo, anche se non ha mai potuto dirglielo, non ha mai potuto chiamarla mamma, e lei doveva fingere che non fosse suo figlio… Il nome di quel bambino, lo conosciamo tutti.
Il vero mistero di Leonardo è la madre?
Una verità certa, documentata, è la vita di Caterina. L’ambizione del Professor Carlo Vecci, anche la sua ardua impresa, è ampliare gli studi leonardeschi, unendo ipotesi suggestive alla storia. Lui è uno studioso di Leonardo e del Rinascimento di fama internazionale, e lo fa in un romanzo di 528 pagine. “Leonardo non è italiano, o meglio, lo è solo per metà – dice il professore – E forse non è neppure la parte migliore: è figlio di un notaio fiorentino, una persona meticolosa e precisa che comunque gli insegna qualcosa. Probabilmente Leonardo prende da lui questa foga di scrivere migliaia di pagine di manoscritti. Ma la cosa più importante viene dalla madre; qual è il desiderio supremo di una schiava, cioè una persona che ha perso la libertà e vede annullata la propria dignità di essere umano? È quella di ritrovare la libertà. Che cosa notiamo nell’opera e nella vita di Leonardo: un’inesausto desiderio di libertà“.
Estratto dal libro “Il sorriso di Caterina, La madre di Leonardo”: “La vita è una grazia, un miracolo del cielo. Come lo chiameremo? Piero e Caterina il nome l’hanno scelto, Leonardo. Il nome del Santo che libera dalle catene, dalla schiavitù. Affinché le faccia la grazia suprema a cui agogna ogni essere umano: la libertà“. Il documento finora sconosciuto che Carlo Vecce ha ritrovato nell’Archivio di Stato di Firenze è l’atto di liberazione della schiava Caterina da parte della sua padrona, monna Ginevra, che l’aveva ceduta in affitto come balia, due anni prima, a un cavaliere fiorentino. Il documento è autografo del notaio Piero da Vinci: il padre di Leonardo.
Il sorriso di Caterina dietro e oltre
L’ipotesi più ardita, suggestiva e magnetica, la fa il libro. Senza prove concrete, se non seguendo il sentimento, il mistero si cela proprio nel sorriso di Caterina. L’enigma dà il titolo al romanzo, e l’autore avanza la supposizione che sia la fonte originaria dei tanti sorrisi dipinti da Leonardo. Un sorriso materno, quasi impercettibile col suo alone di mistero, che il Genio ha sempre cercato, anche nei volti che incontrava. Su tutti quello della Monna Lisa, nel dipinto della Gioconda. Sarà immaginazione, letteratura, imperfezione come la stessa che ha guidato più volte Leonardo? O un seme di verità cresce in questo fantasioso terreno.
Federica De Candia
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