Allarme epidemia influenza aviaria: Italia secondo Paese per numero di focolai

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Di Mariapaola Trombetta

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), hanno lanciato un nuovo allarme in Europa: epidemia influenza aviaria. L’Efsa e l’Ecdc hanno reso noto che quest’epidemia 2021-2022, con quasi 2.500 focolai, 47,5 milioni di volatili abbattuti negli allevamenti e più di 3.500 casi negli uccelli selvatici, è la più grande mai vista in Europa. L’epidemia ha colpito 37 Paesi europei, dalle isole Svalbard al Portogallo meridionale fino all’est all’Ucraina, presentando un’estensione geografica dell’epidemia senza precedenti. Il secondo Paese in Europa per numero di focolai di influenza aviaria negli allevamenti, è proprio l’Italia, con 317 casi, meno solo di quelli accertati in Francia, che sono 1.383.

Allarme influenza aviaria, allevamenti colpiti -Photo Credits: cremonaoggi.it
Allarme influenza aviaria, allevamenti colpiti -Photo Credits: cremonaoggi.it

Allarme Epidemia influenza aviaria: i rischi sull’uomo

L’Ecdc in una nota sull’epidemia di influenza aviaria in Europa precisa che i virus dell’influenza circolano in specie animali come maiali o uccelli, e possono sporadicamente infettare gli esseri umani, causando malattie lievi ma anche molto gravi. Inoltre ha sottolineato che negli ultimi anni non si è osservata alcuna trasmissione umana nell’UE/SEE, nonostante il “numero eccezionalmente elevato di casi” recentemente rilevati in pollame e uccelli, ed i “numerosi eventi di trasmissione dell’influenza aviaria” a diverse specie di mammiferi. A livello globale è stato segnalato solo un basso numero di infezioni umane con malattia asintomatica o lieve, pertanto, ha commentatio l’Ecdc, la popolazione è esposta ad un rischio di “livello basso”.

“Per fortuna, non ci sono state infezioni umane durante i recenti focolai di influenza aviaria nell’UE/SEE. Tuttavia, diversi gruppi di persone, principalmente quelli che lavorano nel settore animale, sono maggiormente a rischio di esposizione ad animali infetti. È fondamentale che medici, esperti di laboratorio ed esperti di salute, sia nel settore animale che umano, collaborino e mantengano un approccio coordinato. È necessaria vigilanza per identificare le infezioni da virus influenzali il prima possibile e per informare le valutazioni del rischio e l’azione di salute pubblica”

Sono queste le dichiarazioni che il direttore dell’Ecdc Andrea Ammon, riporta nella nota.

Mariapaola Trombetta

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