Il giornalista statunitense Evan Gershkovich, detenuto in Russia da quindici mesi con l’accusa di spionaggio, è arrivato oggi, 26 giugno, al tribunale di Ekaterinburg per il primo giorno del suo processo, che si terrà a porte chiuse.

Evan Gershkovich, 32 anni, era stato arrestato nel marzo 2023 dai servizi di sicurezza russi dell’Fsb, diventando il primo giornalista occidentale dall’era sovietica a essere accusato di spionaggio in Russia.

Il giornalista del Wall Street Journal è apparso in aula con la testa rasata e una camicia scura a quadri, e ha sorriso ai giornalisti presenti, che sono stati allontanati prima dell’inizio dell’udienza.

La procura accusa Gershkovich di aver raccolto informazioni per conto della Cia sull’azienda russa Uralvagonzavod, che produce carri armati.

Gershkovich e il suo datore di lavoro hanno più volte respinto le accuse, mentre Washington sostiene che Mosca abbia montato il caso ad arte per scambiare il giornalista con russi detenuti in occidente.

Secondo il Wall Street Journal, il giornalista, che rischia una condanna fino a vent’anni di prigione, stava semplicemente svolgendo il suo lavoro.

Gershkovich ha trascorso la detenzione preventiva nella famigerata prigione Lefortovo a Mosca, ma è sotto processo a Ekaterinburg, dov’è stato arrestato.

Figlio di immigrati ebrei provenienti dall’Unione Sovietica, lavorava in Russia dal 2017.

Non è esclusa la possibilità di uno scambio di prigionieri tra Usa e Russia che coinvolga Gershkovich, ma il Cremlino sostiene che non sia possibile prima di un verdetto, che potrebbe arrivare tra mesi. Parlando pubblicamente del caso, Vladimir Putin ha accennato a Vadim Krasikov, un cittadino russo imprigionato in Germania per aver assassinato un leader dei ribelli ceceni a Berlino.