Internazionali di Roma: curiosità ed aneddoti sulla storia dei campi

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Di Redazione Metropolitan

Il Campo Centrale, il Campo Nicola Pietrangeli, la Next Gen Arena e i vari “campi secondari” (grounds) si trovano all’interno del Foro Italico, un vasto complesso sportivo che si trova ai piedi del Monte Mario di Roma. Il centro, inaugurato nel 1932 con il nome di “Foro Mussolini”, nacque da un’ idea di Enrico Del Debbio e sarà completato solamente alla fine della Guerra (tra il 1956 ed il 1968). Andiamo, in particolare, a scoprire qualcosa di più sulla storia dei campi degli Internazionali di Roma, sicuramente tra i più amati dai tennisti di tutto il mondo.

Il Campo Centrale: un po’ di storia

Il Campo Centrale del Foro Italico, così come lo conosciamo oggi, sorge sulle ceneri del vecchio “Stadio del tennis di Roma”. Questo è il nome, infatti, con cui ci si riferisce al “vecchio Centrale”, quello stadio interamente smantellato nell’anno 2008 per avviare la costruzione di un nuovo impianto più moderno e capiente. L’ ATP, infatti, lo richiese espressamente alla Federazione Italiana Tennis un anno prima, pena il declassamento dello stesso torneo. Lo stadio viene ufficialmente inaugurato il 27 aprile del 2010 ed entra in funzione per gli Internazionali di Roma dello stesso anno.

L’ obiettivo di Angelo Zampolini, l’architetto che l’ha progettato, è stato quello di creare un impianto in acciaio, cemento e cristallo con una struttura antisismica, antincendio e resistente alla erosione delle calamità naturali. Le tribune possono ospitare fino a 10500 spettatori. Per quanto riguarda i colori delle sedute, essi variano sulla base di cinque tonalità di grigio. Si parte dai sedili più bassi in grigio ardesia fino ad arrivare a quelli più alti in grigio super chiaro. Anche la visuale, in virtù della leggera pendenza delle tribune, è ottima da ogni tipo di posizione. Attualmente il Campo Centrale è quello più importante dell’intero torneo.

Internazionali di Roma: il fascino dello Stadio Nicola Pietrangeli

Lo Stadio Nicola Pietrangeli è forse il campo più iconico degli Internazionali di Roma. Nel momento della sua creazione venne ribattezzato prima “Olimpico della racchetta” e poi “Stadio della Pallacorda”. Verrà intitolato al campione italiano di tennis, infatti, solamente nell’ anno 2006. L’ impianto, fino agli anni novanta, era il principale della manifestazione. Tuttavia, vista la sua scarsa capienza, si decise di costruire nelle sue vicinanze un “campo centrale” in legno lamellare, lo “Stadio del Tennis di Roma” per l’appunto. Da quel momento, dunque, lo “Stadio della Pallacorda”, venne relegato, a campo secondario.

Il fascino del Pietrangeli, però, è veramente qualcosa d’intramontabile. Una bellezza unica che molto spesso spinge alcuni giocatori a chiedere espressamente agli organizzatori di poter giocare su questo campo, soprattutto gli italiani. Il piccolo complesso può ospitare all’incirca 4000 spettatori e le tribune sono in marmo bianco. L’arena è interamente sovrastata da splendide statue raffiguranti le varie attività sportive, che la circondano quasi come a volerla proteggere. Esse contrastano magnificamente con il colore verde del prato del Foro Italico e con quello azzurro del cielo di Roma, producendo un effetto scenico da rimanere a bocca aperta. Sul Pietrangeli puoi scoprire veramente cosa significhi avere accanto a sè il calore del pubblico, con gli spettatori che quasi possono toccare con mano i due sfidanti.

La Next Gen Arena: l’ultima grande novità

La Next Gen Arena, comunemente chiamata anche Grand Stand Arena, è per capienza il secondo impianto degli Internazionali di Roma. Il complesso viene inaugurato nell’anno 2012, sulle ceneri dell’ ex Campo numero 10. Alla base di questa scelta c’è soprattutto un torneo che è sempre maggiormente in espansione e che, dal 2011, ospita in contemporanea sia le donne sia gli uomini. La creazione della Super Tennis Arena, così come viene inizialmente chiamato il campo, rispecchia proprio questo tipo di esigenze. Due anni più tardi, poi, il nome cambierà in Grand Stand Arena per poi passare quasi definitivamente a quello odierno.

Internazionali di Roma: il motore rappresentato dai grounds

Non possiamo, infine, non menzionare i cosiddetti “campi secondari”. Quella dei grounds, infatti, è una storia secolare. Si tratta fondamentalmente di sei campi da tennis regolamentari in terra rossa che fanno parte del Circolo del Tennis del Foro Italico. A questi, poi, se ne devono aggiungere altri due campi di allenamento esterni all’impianto. L’edificio comprende, tra le altre cose, anche gli spogliatoi, una palestra, la club house e anche la cosiddetta Fit Lounge, situata su una bellissima terrazza che si affaccia sui campi. I grounds rappresentano il vero e proprio motore della manifestazione. Qui la passione per il tennis, quella autentica, la si può veramente toccare con mano.

Quella che freneticamente, con l’order of play sotto braccio, ti fa spostare da un campo all’altro per vedere più partite e giocatori possibili. La stessa che fa si che una semplice sessione di allenamento possa tramutarsi quasi in una partita. Gli spettatori che possono contenere, in totale, sono circa 6000, senza contare poi il gran numero di persone che guarda gli incontri addirittura in piedi. A circondare il tutto, stavolta, ci sono dei bellissimi pini, che con i loro rami creano un gioco di luce ed ombra molto piacevole sia per i tifosi sia per i protagonisti in campo.

ENRICO RICCIULLI

Photo Credit: account Twitter ufficiale degli Internazionali BNL d’Italia, @InteBNLdItalia