Cultura

Intervista allo sceneggiatore Dario Sicchio

Cari lettori di InfoNerd, eccoci qua con una nuova interessante intervista. Questa volta abbiamo fatto due chiacchiere con Dario Sicchio. Sceneggiatore di talento, che parteciperà al nuovo progetto della Asmodee. Ecco cosa gli abbiamo chiesto:

-Come prima richiesta vorrei chiederti di presentarti a tutti lettori che non ti conoscono.

Salve a tutti, mi chiamo Dario Sicchio e sono uno sceneggiatore di fumetti (sembra la presentazione di un incontro di alcolisti anonimi). Scherzi a parte, assieme al disegnatore Lorenzo Magalotti, ho esordito nel 2016 con il webcomic “Walter Dice:” che è stato in seguito pubblicato in formato cartaceo da MagicPress. Da lì ho iniziato a lavorare nel mondo del fumetto con prodotti sia per l’edicola che per il mercato librario. Ho lavorato per Editoriale Cosmo (Battaglia – Lo Stalliere e Caput Mundi – Stagioni 1 e 2), per Star Comics (I Maestri del Mistero – Giro di Vite) e per Magic Press (Chiodotorto Vol.1). Sono comunque sempre rimasto molto legato alla scena del fumetto indipendente e web, realizzando l’autoproduzione Kingsport (assieme a Uno Studio in Rosso) e il webcomic Black Rock (per Wilder – candidato al Premio Micheluzzi 2018). Questo è il mio curriculum fumettistico. Per il resto ho creato, assieme a Maria Letizia Mirabella, lo Studio Panopticon – Officina Creativa, uno studio di fumettisti, nel quale però ci occupiamo anche di produzioni multimediali, in particolare della realizzazione di contenuti audio come audiolibri, serie radiofoniche e voice over.

-Da dove è nata la tua passione per il fumetto e quali sono le opere che ti hanno spinto a intraprendere questa carriera?

Questa è una domanda che potrebbe generare uno sproloquio davvero immenso, soprattutto se fatta a un prolisso come me. Diciamo solo che ho sempre amato moltissimo i fumetti, sin da quando ero bambino. Dalle elementari alle medie li disegnavo sempre e ovunque, anche durante le lezioni, con grande entusiasmo di tutto il corpo docente. Dal liceo ho focalizzato il mio interesse verso il cinema, cosa che mi ha portato a laurearmi al DAMS di Roma 3. Ma durante gli studi stavo comunque focalizzando tutta la mia attenzione più sul fronte della sceneggiatura che su quello della regia. Finita l’università ho capito che i fumetti erano l’ambito che più mi interessava, tornando all’origine della mia passione. C’è voluto un po’ per trovare il coraggio di abbandonare un percorso di studi e di vita che mi ero ormai prefissato da anni, soprattutto se in favore di un ambito di cui non conoscevo affatto la dimensione professionale, come quello del fumetto. Non avendo studiato in nessuna accademia di fumetto, sapevo che sarebbe stato difficilissimo capire tutti i meccanismi che portano gli aspiranti autori a diventare dei professionisti e ad entrare nel mercato,e questo mi spaventava enormemente. Ma grazie all’incoraggiamento e al sostegno delle persone che avevo intorno, alla fine ho deciso di darmi una possibilità. Oggi sono estremamente felice di averlo fatto e devo tutto a ciascuna delle persone che mi ha incoraggiato allora.

-Ho avuto il piacere di leggere “Black Rock” webcomic del quale hai scritto la storia. Una trama che ti cattura dal primo istante, in soli 10 capitoli riesce a sviscerare un’ambientazione piena di fascino, per concludere con un finale sorprendente. Cosa ti ha ispirato nella sua scrittura?

ARGH! Altra domanda difficile. Non credo di aver avuto una singola fonte d’influenza riconoscibile, e sicuramente quelle da cui ho attinto non sono quelle che molti hanno ipotizzato (i romanzi di King o recenti serie televisive come Westworld). Quando Jacopo Paliaga e French Carlomagno mi hanno approcciato per il progetto Wilder ho capito che dovevo cogliere quest’occasione per realizzare qualcosa di ambizioso e interamente legato al mio gusto. Chi mi conosce sa quanto di mio ci sia in Black Rock. Se proprio devo elencare delle influenze, quelle che mi vengono in mente sono i romanzi di Corman McCarthy (per il modo in cui danno grande enfasi all’ambientazione e alla gestualità dei personaggi e per come affrontano il tema della responsabilità), le opere di Jason Aaron, Grant Morrison, Brian Azzarello e molti altri autori angloamericani di cui sono da sempre un amante. Black Rock è una serie mistery di stampo angloamericano, e per chiunque sia della mia generazione e si approcci a questo genere, il confronto con Lost è inevitabile: credo di aver preso inconsciamente molte cose anche da lì. Tra la creazione della prima e della seconda parte della serie ho letto Annientamento di Jeff VanderMeer, che mi ha colpito molto e che ha influenzato moltissimo la seconda metà della storia. Sicuramente ci sono altre mille fonti di ispirazione più o meno consce che non mi stanno venendo in mente in questo momento. Black Rock voleva davvero essere una summa di un tipo di storie che adoro e adoro raccontare.

-Ovviamente consiglio a tutti i lettori di recuperare l’opera che è attualmente reperibile gratuitamente su wilderonline.comIl tuo ultimo lavoro insieme a Lorenzo Magalotti, è stato “Chiodotorto vol.1: L’uomo storto” seguito spirituale del vostro primo lavoro “Walter dice:”. Ora so che state lavorando al secondo volume. Ce ne vuoi parlare o anticiparci qualcosa?

Posso rivelarvi veramente poco. Ovviamente si tratta del volume che concluderà l’allucinata storia di vendetta di Chiodotorto. è senza dubbio la cosa più estrema e folle che abbia mai scritto. Mi ci sto divertendo un mondo. Non ho mai fatto qualcosa di così bizzarro prima. Realtà e allucinazione si mescoleranno in modo indissolubile gettando la vicenda in uno scenario da incubo e i sottotesti soprannaturali che permeavano il primo volume esploderanno in qualcosa di (spero) inaspettato. Per tutti gli amanti (come me) del cinema weird, poi, ci saranno veramente molte chicche sparse qua e là.

– La scorsa settimana la Asmodee Italia ha annunciato l’inizio del progetto Drawings & Dragons. Un serie di ruolate con D&D 5th in diretta su Twitch sul canale Asmodeeitalia. Fra i vari partecipanti, ci sei ovviamente anche tu. Cosa ti ha spinto a partecipare al progetto?

Sono stato risucchiato in questa cosa un po’ alla volta. All’inizio io e Lorenzo Magalotti eravamo semplicemente stati invitati da Michele Monteleone a far parte di questo gruppo di gioco serale composto anche da Riccardo Torti e Roberto Recchioni. Sin dalla prima quest ci siamo divertiti come scimmie, soprattutto perché il nostro party si è evoluto abbastanza rapidamente in una scalcinata banda di avventurieri improvvisati e disfunzionali. Da lì credo sia nata nelle menti machiavelliche di quelli dello Studio in Rosso, l’idea di trasformare questa baraonda in un format e di concertarne lo sviluppo nientemeno che con Asmodee. Non escludo neanche la possibilità che questo fosse il loro piano fin dall’inizio. Maledetti manipolatori! Ma eccoci qua, il primo episodio sta per andare in onda e sono sicuro che sarà uno spasso.

-Hai già avuto altre esperienze nel gioco di ruolo? Qual’è il tuo pensiero sull’argomento?

è questo il bello! Io non so assolutamente niente di giochi di ruolo! Quando sono stato invitato a giocare con gli altri, ero l’unico che non aveva mai partecipato neanche ad una partita di D&D. Questo tipo di giochi mi aveva sempre affascinato, ma non avendo mai frequentato altri roleplayers, semplicemente non mi era mai capitato. Ora che l’ho provato non posso più farne a meno, come fosse una droga. è un gioco davvero geniale, che ti offre possibilità infinite. Potrei scriverci un saggio su quanto sia stata un’esperienza travolgente la mia prima partita. Tuttavia questo non cancella il fatto che io sia ancora un niubbo assoluto e che sto per andare in onda con una serie di partite in live su twitch senza aver ancora imparato quali dadi usare quando o come calcolare il danno del mio attacco. Gioco davvero in modo imbarazzante, e sono sicuro che in tanti si faranno una bella risata a mie spese durante le live. Ma fa parte del gioco, no?

-Ora da grande appassionato e giocatore di vecchia data, ti chiedo qualcosa del tuo personaggio Furcas. Che tipo è? Cosa ti ha ispirato nella sua creazione?

Furcas non è la più garbata delle creature. è un ladro mezzelfo che pensa solo a sé stesso e ai soldi. è ossessionato dai soldi. Non essendo un ottimo combattente è anche un vigliacco, che odia il pericolo e farebbe di tutto per evitare uno scontro diretto, compreso mentire, ingannare e mandare i propri compagni per primi. Odia quasi tutte le razze del mondo conosciuto e alcune di quello sconosciuto e sfrutta sempre il prossimo per ottenere un tornaconto. La cosa positiva è che odia anche la violenza e questo lo porta ad avere un distorto senso morale.

Ho creato Furcas attorno alle mie carenze di giocatore alle prime armi. Un personaggio che basa tutto su sotterfugi e il roleplay, più che sulle sue skill di combattente o avventuriero. Il suo carattere l’ho pensato semplicemente in base al tipo di personaggio che mi sarei divertito a ruolare. Insultare gli altri a mezza bocca ed essere sarcastico fino all’insostenibilità più totale sono caratteristiche che sento molto vicine.

-Conosci già i membri del tuo party e i loro personaggi? Cosa ti aspetti da loro?

Ho già giocato con quasi tutti loro. Lorenzo e Michele riprenderanno gli stessi pg che avevano durante le nostre precedenti sessioni, quindi so perfettamente come mi comporterò con loro. So, ad esempio, che Furcas e Toqsah (il personaggio di Lorenzo) sono buoni amici, e che il mio pg sfrutterà le “carenze intellettive” di Crosta (il personaggio di Michele) per usarlo come schiavetto. Riccardo Torti era il nostro master in passato, per cui l’ho visto usare il suo pg solo una volta e mi aspetto che lo caratterizzerà con la solarità e la leggerezza di spirito che lo contraddistinguono. Roberto Recchioni aveva un altro pg durante le nostre precedenti giocate: un ex-nobile decaduto, reinventatosi cavaliere, di nome Sir Scuotilancia; una specie di Don Chisciotte ancor più esaltato, talmente determinato ad affrontare l’avventura della sua vita, da spingere spesso il resto del party verso missioni suicide. è morto combattendo da solo contro un drago di livello decisamente eccessivo. Avendo già giocato con lui, so a che estremi di immedesimazione può arrivare Roberto nell’interpretare un pg e nel rispettarne il background, per cui non vedo l’ora di scoprire cosa farà con Marvin il Senzanome, il suo cavaliere pessimista e crepuscolare. Infine c’è Denise, che ho conosciuto a una fiera, quando abbiamo presentato il progetto. Con lei non ho mai giocato e mi fa davvero ridere che abbia scelto una mezzorca barbara come personaggio. Sono davvero molto curioso di vedere cosa ne uscirà fuori. Furcas ovviamente già li odia tutti.

-Cosa ti aspetti dal progetto Drawings & Dragons?

Non so davvero cosa aspettarmi in termini di presenza del pubblico o di risposta, ma so per certo che ci divertiremo. Ho già giocato con gli altri e mesi fa ho conosciuto Nicola DeGobbis (il nostro nuovo master) e l’ho visto in azione. Quel tizio è un genio ed è un pazzo furioso. Io personalmente non vedo l’ora.

Per concludere, cosa consigli a tutti i ragazzi che vorrebbero intraprendere la tua stessa carriera?

Torniamo alle domande difficili. Riuscire ad approdare a sponde lavorative in un ambito come quello del fumetto non è facile, ma non è impossibile. Richiede tempo e un impegno che anche i più preparati non immaginerebbero (soprattutto se lo si vuol fare diventare la propria unica fonte di reddito). Il consiglio più pratico che posso dare agli aspiranti sceneggiatori è “fate un fumetto”. Purtroppo saper scrivere bene non è sufficiente per farsi notare; la sceneggiatura non è qualcosa di immediata valutabilità come lo è il disegno. E per di più non esiste un buon fumetto basato solo su una buona scrittura. Trovare un disegnatore che vi segua nella realizzazione di un progetto senza apparenti sbocchi, con il solo fine di autopubblicarlo in qualche forma per farsi notare, è la cosa più difficile da affrontare per un giovane sceneggiatore. Io ci ho messo più di due anni per riuscirci. Ma è un passo necessario, e se saprete creare qualcosa di valido, state sicuri che qualcuno lo noterà: il fumetto è uno dei pochi ambiti imprenditoriali\artisti ancora molto attenti alle novità e alla scena indipendente del proprio settore. Nel frattempo scrivete sempre, costantemente e non smettete MAI di leggere. Leggete tanto e spaziate. Uno sceneggiatore che non legge fumetti non è un vero sceneggiatore. Non siate avidi con le vostre idee, non conservate “le storie veramente buone” per il giorno in cui il vostro editore preferito vi darà ascolto. Appena fate qualcosa, metteteci dentro l’idea migliore che avete al momento, anche se si tratta di un fumettino per il web. Non importa. Nessuno vi darà credito in base a “quello che potreste fare se…”, verrete valutati per quello che fate, punto. In più, uno sceneggiatore non deve solo saper scrivere bene, ma farsi venire buone idee a comando: e questa è una capacità che non si insegna. Infine, circondatevi delle persone giuste. Persone che sappiano incoraggiarvi e starvi vicino, senza però indorarvi la pillola. Persone che credono in voi, sapendovi anche dire “questa cosa fa schifo”. Persone che vi siano di sostegno, perché credetemi se vi dico che mettervi in gioco in un ambito che ha molto a che fare con l’espressione di sé vi porterà anche in posti bui. E infine, non lavorate da soli. Trovatevi uno studio o aggregatevi ad altri professionisti. L’isolamento fa stagnare le idee e inibisce la comunicazione che, alla fin fine, è il vostro mestiere.

Ringrazio Dario per la sua disponibilità e per i suoi preziosi consigli. Invito tutti i lettori a seguire lui e tutto il gruppo del progetto  Drawings & Dragons.  La prima sessione è stata trasmessa il 10 settembre alle 21:00 e verranno trasmesse ogni Lunedì alla stessa ora.

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