Fermati centinaia di manifestanti a Istanbul mentre tentavano di avanzare verso il centro in occasione del Pride. Decine di persone arrestate. Davut Gul, prefetto di Istanbul: “Nessuna attività che minaccia l’istituzione della famiglia, quale garanzia del nostro Stato e della nostra Nazione, è permessa. Non sarà mai concesso a gruppi di dimostrare senza il permesso”.
Arrestate persone durante il Pride a Istanbul
I dimostranti si erano riuniti nei pressi di piazza Taksim, nel quartiere di Nisantasi, marciando per una decina di minuti e urlando slogan rivendicativi prima che gli agenti bloccassero l’avanzata del corteo. Dopo una breve marcia infatti, gli attivisti si sono dispersi ma molti sono stati individuati dagli agenti di polizia e successivamente arrestati. Prima degli arresti, gli attivisti si sono riuniti nel parco Mıstık a Nişantaşı e hanno appeso un’enorme bandiera arcobaleno su un parcheggio multipiano di fronte al pratone. Gli organizzatori della manifestazione hanno denunciato oltre 60 arresti da parte delle autorità.
I divieti della Turchia
Dal 2015 in Turchia gli eventi Pride sono sistematicamente vietati. Gli arresti di ieri seguono gli avvertimenti di Amnesty International sulla “repressione sfacciata e sempre più profonda” che le persone LGBTQ+ devono affrontare nel Paese. Nils Muižnieks, direttore di Amnesty International per l’Europa, ha dichiarato: “Migliaia di persone scendono nelle strade di Istanbul e Izmir in segno di sfida, rischiando di affrontare gas lacrimogeni e proiettili di gomma. Le autorità dovrebbero permettere i Pride in Turchia, garantendo lo svolgimento in sicurezza e senza interferenze”. “Portiamo la rabbia delle persone queer che sono state sottoposte a torture da parte dello stato e delle sue forze dell’ordine, e dichiariamo che la nostra rabbia vi brucerà“, ha tuonato un attivista in piazza. “Non lasceremo i nostri spazi; vi abituerete a noi“.
Davut Gul: “Nessuna attività che minaccia l’istituzione della famiglia”
Il prefetto turco ha scritto su Twitter “Il futuro della nostra nazione dipende dal mantenere viva l’istituzione della famiglia e dai nostri valori morali. Non permetteremo alcuna attività che indebolisce l’istituzione della famiglia. Per favore, non condividete le loro azioni, nemmeno se volete criticarle”. I manifestanti hanno duramente contestato l’appena rieletto presidente Recep Tayyip Erdoğan che ha subito seminato omofobia una volta vinto il ballottaggio. “Nonostante tutti i divieti, le criminalizzazioni, le pressioni e i tentativi di sopprimerci, continueremo a sostenere una vita umana per tutti e persisteremo nella vita democratica”, sostengono i presenti al Pride.
Giulia Simonetti
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