Ivan Graziani, quando la musica rende immortali

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Di Redazione Metropolitan

Sono tanti i grandi artisti che hanno lasciato questo mondo troppo presto, ma che nonostante ciò sono rimasti nella storia per il patrimonio musicale da loro costruito negli anni. Pensiamo a Rino Gaetano, Luigi Tenco, Alex Baroni. Cantautori che hanno lasciato un segno nella storia della musica italiana con le loro meravigliose voci e canzoni.
Tra questi c’è anche Ivan Graziani, venuto a mancare nel 1997 all’età di 51 anni. Nonostante ciò, il cantautore abruzzese ha regalato canzoni memorabili ed emozionanti.

Ivan Graziani è certamente tra i cantautori più originali del panorama artistico italiano; grande chitarrista e dotato di una voce soave, nel 1966 debutta come cantante con la band Anonimi Sound e incide il singolo Parla Tu.
Seguono altre canzoni che non ottengono il successo ambito dal giovane Ivan, che negli anni Settanta inizia a collaborare con altri artisti di fama.
Tra questi c’è Bruno Lauzi, Antonello Venditti, Francesco De Gregori.

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Ivan Graziani, la svolta nella Numero Uno

La svolta arriva quando Ivan Graziani viene notato dal cantautore Lucio Battisti e dal paroliere Mogol. Entrambi alla fine degli anni Sessanta, insieme ad altri artisti, hanno fondato la Numero Uno, casa discografica sorta per dissensi con la Dischi Ricordi.
Ivan inizia dunque un percorso che lo conduce al successo desiderato e meritato.
Nel 1977 pubblica l’album I lupi, da cui estrae il singolo Lugano addio: brano esplicativo dello stile grazianiano, con la semplicità e l’emotività che lo contraddistinguono.

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E così l’anno seguente esce anche Pigro, album contenente otto storie di vita in cui la pigrizia ha preso il sopravvento. L’album resta in classifica per trenta settimane e inizia il suo vero primo tour. Tra i brani: Gabriele D’annunzio, Pigro, Paolina, Monna Lisa.
Dopodiché è la volta di Agnese dolce Agnese, anch’esso disco di successo.
Nel 1980 è la volta di Viaggi e intemperie. Esce così la canzone Firenze (canzone triste), uno dei suoi più grandi successi. Una canzone unica nel suo genere, dolce, diretta, commovente.

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Il successo di Nove e il flop di Sanremo

Ma la dolcezza di Firenze è a tratti offuscata dalla versione più rock di Ivan Graziani, che emerge successivamente con brani come Tigre, Digos Boogie, contenuti nell’album Seni e coseni. E ancora con il brano Il chitarrista, che prende parte al festivalbar dell’83 con il suo ritmo travolgente e un sound a tratti cupo ma bilanciato da una chitarra infuocata.
Esce poi Nove, considerato tra gli album più riusciti di Ivan, con i brani Limiti (Affari d’amore) e Minù Minù.

Ormai famoso e apprezzato dai più, partecipa nel 1985 al Festival di Sanremo con il brano Franca ti amo. L’esperienza sanremese si rivela un flop, insieme al suo successivo album Piknic. Ivan Graziani inizia così a produrre la sua musica in proprio, slegandosi da ogni casa discografica.
Torna sul palco dell’Ariston nel 1994 con la canzone Maledette Malelingue, arrivando settimo.

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L’immortalità artistica di Ivan Graziani

Ultima esperienza musicale di Ivan è quella con Renato Zero, amico e collega con cui duetta nel brano La nutella di tua sorella. Al singolo avrebbe dovuto seguire un disco che Ivan non fece in tempo a produrre.
Dopo due anni di lotta intensa contro il suo male, il cantautore morì il primo gennaio del ’97 causa tumore al colon. La sua esperienza musicale è tuttavia impressa nella storia del nostro Paese, e la sua voce e la sua poesia saranno per sempre nella nostra memoria.

Nicole Ceccucci

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