“Pane, lavoro e libertà”: la protesta delle donne afghane arriva a Bologna

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Di Francesca De Fabrizio

Per tutto il mese di ottobre Via Indipendenza a Bologna ospiterà un’installazione di public art che richiama le proteste delle donne afghane dell’agosto 2022, a un anno dalla caduta di Kabul in mano ai Talebani

La protesta delle donne afghane arriva a Bologna: “Pane, lavoro e libertà” in Via Indipendenza per tutto il mese di ottobre

Cheap TTFF WeWorld Credits photo Margherita Caprilla

A un anno dalla caduta di Kabul in mano ai Talebani la situazione per donne e bambine non fa che peggiorare. Le proteste delle donne afghane si fanno però sentire fino a Bologna, che ospiterà per tutto il mese di ottobre un’installazione di public art su Via Indipendenza. La realizzazione del progetto si deve al CHEAP Festival e alla onlus WeWorld che difende i diritti di donne e bambini nel mondo, il cui presidente Marco Chiesara dichiara “si tratta di un’opera dal forte impatto visivo in grado anche di promuovere un dialogo con i cittadini e le cittadine che attraversano l’ambiente urbano. I messaggi di CHEAP sono quelli gridati dalle donne in piazza a Kabul per protestare contro il regime che nega loro ogni diritto. Dobbiamo opporci con forza a questa sconfitta della civiltà e far sì che queste donne, ragazze, bambine tornino ad immaginare un futuro che oggi è nero, come quel 15 agosto 2021”.

L’installazione sarà presentata ai bolognesi il 6 ottobre alle 19:30 al Cinema Lumière della Piazzetta Pasolini. I manifesti raccontano le libertà perdute dalle donne afghane da quel fatidico 15 agosto 2021: dal divieto di inossare profumi a quello di ascoltare musica non religiosa, non si può studiare medicina, guidare, scattare un selfie, ballare, lavorare in un ufficio pubblico, il diritto di voto è soppresso. Cheap e WeWorld hanno unito l’arte al suo ruolo umanitario: le pareti di Via Indipendenza riecheggiano delle proteste delle donne che dalla mattina alla sera si sono viste togliere le poche libertà che avevano faticosamente conquistato, ma che nonostante questo non si arrendono.

Francesca De Fabrizio

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