La capitalizzazione della società supera i 1.000 miliardi di dollari, per la prima volta, come solo Apple, Microsoft, Amazon e Alphabet erano riuscite a fare. Facebook entra nel trillion dollar club. La compagnia, che nel frattempo ha cambiato il nome in Meta, oggi vale poco meno di 380 miliardi, ed è alla ricerca di quell’equilibrio che l’ha sempre contraddistinta.
È dai tempi della tempesta Cambridge Analytica, ovvero novembre 2019, che non si vedeva il valore attuale, ha perso più del 60%. Il fondatore, ceo e azionista forte, Mark Zuckerberg, è uscito dalla top 20 dei più ricchi del pianeta, ed il suo patrimonio che si aggira attorno ai 50 miliardi di dollari, è dimezzato nel giro di un anno.
Meta: fatturato in calo per la prima volta
Si è registrato per la prima volta, da quando è una società quotata, un calo del fatturato del -1% per la galassia Zuckenberg. La galassia Zuckerberg è sempre cresciuta, fino al secondo trimestre 2022. Meta è ancora una macchina da soldi, con una posizione che resta dominante in un mercato in crescita come quello della pubblicità online,un incasso nel secondo trimestre di 28,8 miliardi di dollari, con un margine operativo che ,seppur calato in modo significativo, è al 29%, con un utile di 6,7 miliardi.
“Siamo entrati in una fase di flessione economica che avrà un grande impatto sul digital advertising”.
Così ha affermato Zuckerberg a luglio. C’è però quel segno rosso, che potrebbe diventare più intenso. La situazione sembra peggiorare, e prevedere quanto profondo e lungo sarà questo ciclo non è mai facile.“
La stima della società è quella di incassare nel terzo trimestre tra i 26 e i 28,5 miliardi di dollari; i risultati saranno diffusi il 26 ottobre. Tra luglio e settembre 2021 Facebook, che non era ancora Meta, aveva generato 29 miliardi di dollari, e questo sarà un altro periodo in calo, il secondo consecutivo. Il fatturato nel migliore dei casi potrebbe perdere meno del 2%, nel peggiore, più del 10%. Tra i segnali negativi, per la prima volta dalla sua fondazione, il gruppo ha intenzione di congelare le assunzioni e ridimensionare alcuni team, riducendo quindi la propria forza lavoro. Il 30 giugno i dipendenti erano 83.553, un terzo in più rispetto all’anno precedente.
Pubblicità: il calo in borsa
Tra pandemia, post-emergenza, stagnazione e instabilità geopolitica, la pubblicità ha tirato un freno, e i problemi e il calo in borsa erano già iniziati negli ultimi mesi dello scorso anno . Come la maggior parte delle società che hanno la pubblicità come fonte principale di guadagno, Meta, ha accusato duramente il colpo.
A decretare un colpo ancora più duro, è arrivato App Tracking Transparency, l’aggiornamento di iOS (il sistema operativo di Apple) che limita le capacità di produrre pubblicità personalizzate. Questa misura non riguarda solo Facebook, ma è normale che abbia un impatto maggiore sul leader di mercato. Meta lo scorso febbraio, ha ammesso che l’aggiornamento di Apple potrebbe costare 10 miliardi di dollari solo nel 2022.
La concorrenza e il sorpasso di Tik Tok
Seppur la concorrenza c’è sempre stata, lo strapotere di Facebook era tale da permettere a Zuckerberg di mettere in campo una strategia semplice: compra o distruggi. Tutte le volte che si affacciava sul mercato un papabile concorrente, Facebook lo ha comprato, prima che diventasse una minaccia reale. Questo è successo con Instagram e WhatsApp. Le volte in cui non è riuscito nel suo intento, ha copiato alcune funzionalità, come i contenuti temporanei; infatti da quando le Storie sono arrivate su Facebook e Instagram, Snapchat, il social che le ha inventate e che Zuckerberg aveva provato ad acquisire quando era in fasce, è in crisi.
Ora però con una crescita con ritmi più rapidi, c’è Tik Tok. Ha tutto quello che molti inserzionisti cercano; infatti raggiunge una platea più giovane e registra tempi di permanenza molto più lunghi rispetto a Instagram e Facebook. Ha raggiunto dimensioni globali, pur essendo lontano dalla platea della galassia Zuckerberg (3,6 miliardi di persone). Il ceo di Meta,all’inizio del 2022, aveva spiegato che alla base del rallentamento previsto nel 2022 ci fossero due fattori. Il primo è la concorrenza, infatti le persone hanno molte opzioni su come spendere il loro tempo e app come TikTok stanno crescendo molto rapidamente. Il secondo fattore è la “transizione verso i video brevi”, che stanno sostituendo formati “più remunerativi”. I Reel, i contenuti in stile TikTok che Meta ha importato, seppur fanno guadagnare meno, sono una strada obbligata. Il cfo del gruppo, David Wehner, ha ammesso che si tratta di una nuova concorrenza, “inedita”, perchè il social cinese è “chiaramente davanti” nella capacità di gestire e valorizzare i video brevi. Facebook per una volta non può né comprare né distruggere.
Cosa sta rallentando Meta
I fattori che stanno rallentando Meta, sono: le restrizioni di Apple, la concorrenza di TokTok, gli umori degli inserzionisti ed il pessimismo dei mercati. Questi fattori hanno causato uno squilibrio strutturale che sta rallentando Meta. Il 97% del fatturato arriva dal mercato della pubblicità, dalla quale ne dipende il gruppo. Uno squilibrio così evidente non lo riporta nessun’altra compagnia nel club dei mille miliardi. Apple ha un’offerta ampia di hardware e sta crescendo nei servizi; Amazon non è solo e-commerce ma anche cloud; Alphabet ammortizza il calo pubblicitario con Android e nuvola informativa; Microsoft spazia dai software per aziende ai videogiochi. Con tutte le avversità, definite dalla compagnia “venti avversi”, solo chi ha un solo punto di appoggio vacilla.
La dipendenza non accenna ad allentarsi: nel secondo trimestre 2015, il fatturato era molto minore (4 miliardi di dollari), ma la quota derivante dalla pubblicità molto simile: 95,6%. In sette anni sono successe tante cose, a Facebook, al digitale e al web. Zuckerberg però non è ancora riuscito a trovare una fonte di ricavi che ammortizzi potenziali rischi; ci ha provato acquisendo un Oculus per puntare sulla realtà aumentata e mettere un piede nel mercato dell’hardware. Ha lanciato il primo dispositivo marchiato Facebook, Portal. Ha sondato il mondo delle valute digitali con Libra.
Due onde da cavalcare: l’intelligenza artificiale e il Meta(verso)
Come ha spiegato Zuckerberg a luglio, la ricerca di equilibrio ,si concentra su due “onde da cavalcare”: “l’intelligenza artificiale e, più a lungo termine, il metaverso”. Al momento l’unica voce di bilancio degna di nota, oltre alla pubblicità, è Reality Labs: l’hub che include visori, soluzioni per la realtà virtuale e aumentata (metaverso compreso). Il settore non è certo ricco nel breve periodo, ma è una promessa.
“La nostra speranza è che entro il prossimo decennio il metaverso raggiunga un miliardo di persone, ospiti centinaia di miliardi di dollari di commercio digitale e sostenga posti di lavoro per milioni di creatori e sviluppatori”
Scriveva Zuckerberg un anno fa. Se avrà ragione non si sa, ma al momento è certa solo una cosa: il metaverso è la sua più grande scommessa.
Sicuramente non è casuale la coincidenza tra il cambio per Facebook con la denominazione in Meta, e il momento complicato che si sta vivendo della storia di Facebook. Zuckerberg ha trasformato il nome del gruppo in una promessa di sostenibilità, e ha sganciato la società da quel social network popoloso ma non più così popolare.
Mariapaola Trombetta
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