Jacques-Louis David ricorda le tappe del suo viaggio italiano nel 1775 affermando che a Parma, vedendo le opere di Correggio, si sentì scosso. A Bologna fece delle riflessioni tristi, a Firenze fu convinto, ma a Roma si vergognò della sua ignoranza. Ventisettenne, dopo aver vinto l’ambito Prix de Rome, divenne borsista all’Accademia di Francia a Roma.
Quei ricordi di viaggio rivelano la misura del forte senso di disagio spirituale di un artista che, alla vista delle opere d’arte italiane, si vede spogliare delle proprie certezze e si scopre nudo, artisticamente ignorante, non al passo con i tempi, che erano quelli del Neoclassicismo predicato da Winckelmann.
La nascita del pittore
Nato a Parigi il 30 agosto del 1748, David compì i primi studi nella capitale francese dove frequentò l’Académie des Beaux-Arts, partecipando più volte al concorso per il premio di pittura che dava la possibilità ai vincitori di vivere per un lungo periodo a Roma a contatto con le antichità. David soggiornò in Italia ed ebbe così modo di studiare la scultura e la pittura romane, in particolare quella di Raffaello. Dopo aver visitato Napoli, Ercolano, e Pompei, l’artista dichiarò di aver aperto gli occhi sull’Antico.
Tornato in Francia ebbe numerosi incarichi di lavoro e partecipò attivamente alla rivoluzione del 1789, fu deputato e poi presidente della Convenzione Nazionale. Successivamente subì il fascino di Napoleone tanto da diventare suo sostenitore e nel dicembre del 1804 venne nominato Primo Pittore dell’Imperatore. Dopo la caduta di Napoleone e la restaurazione della legittimità prerivoluzionaria, nel 1816 l’artista fu costretto all’esilio a Bruxelles, in Belgio, dove si spense il 29 dicembre del 1825.
Jacques-Louis David: il disegno
Il disegno dell’artista si presentano molto austeri e quasi poveri di mezzi. Di solito si tratta di opere in cui si nota l’uso esclusivo della matita a mina da piombo, ma David impiega anche la penna e l’inchiostro, il sui segno netto è ravvivato dall’acquerello (bruno, nero e grigio) e dalle lumeggiature e tempera bianca o gessetti. Le finalità che David si propone nel disegno sono la chiarezza del segno, la purezza dell’immagine e la sua semplificazione per mezzo del contorno netto e della linearità.
Nel disegno di una Donna col turbante il soggetto enigmatico è reso con una tecnica simile a quella dell’incisione. Un tratteggio incrociato e fitto determina il fondo scuro contro cui si scaglia il profilo nitido della fanciulla. Il segno è insistente dove l’oscurità deve essere più forte e i mezzi toni sono dati da un tratteggio parallelo obliquo o verticale, ma il passaggio dall’una agli altri è addolcito da innumerevoli puntini che si infittiscono nelle parti più in ombra.
Il Giuramento deli Orazi
Il Giuramento degli Orazi, firmato e datato 1784, fu realizzato su commissione del re di Francia e l’anno seguente venne presentato al Salon. Il soggetto è scelto dalla storia della Roma monarchica quando, durante il regno di Tullio Ostilio, i tre fratelli Orazi (romani) affrontarono i tre fratelli Curiazi (albani), per risolvere in duello una contesa sorta fra Roma e la città rivale di Albalònga. I tre Curiazi morirono mentre solo uno degli Orazi si salvò, decretando la vittoria della propria patria.
La scena, molto teatrale, si svolge nell’atrio di una casa romana inondata di luce solare. L’impianto prospettico è sottolineato dalle fasce marmoree, nel fondo i due pilastri e le due colonne doriche sorreggono tre archi a tutto sesto oltre i quali un muro delimita un porticato. I personaggi sono distinti in due gruppi, mentre il vecchio padre si erge nel mezzo, conscio della propria centralità nella storia. A destra le donne meste e mute sono abbandonate nel dolore e nella rassegnazione.
Martina Puzone
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