Benvenuti nell’universo femminile di LetteralMente Donna. Faremo un viaggio in Inghilterra alla scoperta di una grande e talentuosa autrice di romanzi. Parleremo, di amore, di lesbismo e autobiografia. Abbiamo dedicato la puntata di oggi a Jeanette Winterson
“Un libro meraviglioso sconvolge le abitudini mentali, getta tutto all’aria in modo che non ci adagiamo, che ci sia sempre un confronto e una sfida a qualche livello. I libri importanti tornano in vari punti della vita per stimolarci come amici invisibili che ci bussano sulla spalla facendoci delle domande”
Queste le parole di Jeanette Winterson dichiarate di un’intevista. Frasi da cui emerge tutta l’importanza della letteratura per questa eccezionale autrice di romanzi inglesi. Scrivere e leggere sono le cose che l’hanno di più sostenuta sin dall’infanzia quando era schiacciata tra genitori adottivi oppressivi. Il dolore per la sua infanzia è proprio uno dei riferimenti autobiografici che la Winterson si porta nei suoi romanzi come nel primo intitolato “Non ci sono solo le arance”, diventato poi uno sceneggiato televisivo.
Jeanette Winterson e l’amore come perdita
“Non sapevo che l’amore potesse essere così affidabile, come il sole che sorge tutte le mattine”
È una dichiarazione di Jeanette Winterson in un’intervista sulla sua autobiografia “Perché essere felice quando puoi essere normale?” che ci preannuncia una grande scoperta dopo un lungo cammino. L’amore intriso di lesbismo proibito è stato per questa scrittrice inglese come si evince dal suo romanzo “Lo spazio nel tempo” una questione dolorosa divisa tra un senso iniziale di perdita e di uno di catarsi e di perdono. Ancora di più, in quello che è considerato un cult dalla comunità lesbica ed un capolavoro letterario come “Scritto sul corpo” la Winterson si chiede perchè “la perdita è la misura dell’amore”. La risposta è un viaggio sensuale tra due amanti dove riecheggia quel grande dolore provato dalla scrittrice.
Stefano Delle Cave