Non solo il frontman dei The Clash, una delle più grandi band inglesi di tutti i tempi. Joe Strummer era soprattutto un simbolo del punk, un leader musicale che con le sue idee e il suo carisma fu in grado di parlare a intere generazioni. Nato ad Ankara nel 1952 col nome di John Graham Mellor, Strummer ha plasmato il sound dei musicisti a venire per oltre venticinque anni di carriera e anche dopo la sua morte, avvenuta nel 2002.

Poeta, attore e compositore per il cinema, Joe Strummer è stato sempre attivo al di là della musica, creando una vastissima eredità artistica. Dopo la sua morte è stata creata la Joe Strummer Foundation, un’organizzazione no profit che promuove lo sviluppo di nuova musica. Il suo slogan, “Senza le persone non sei nulla“, un motto che Strummer amava cantare.

Gli esordi di Joe Strummer

Dopo la tragedia del suicidio del fratello maggiore, il diciottenne Joe Strummer rimase talmente sconvolto da lasciare la sua casa e dedicarsi alla musica. Erano i primi anni Settanta e il giovane Joe suonava per strada facendosi chiamare Woody, in onore del suo idolo Woody Guthrie. Dopo una breve parentesi col suo primo gruppo, i Vultures, nel 1974 insieme a Tymon Dogg e al batterista Richard Dudanski forma i 101’ers.

Con la band rhythm ‘n’ blues divise una casa occupata a Londra e ottenne i primi successi nei pub e nei concerti improvvisati. L’esperienza servì soprattutto a far emergere il talento di cantante e chitarrista che Joe possedeva. Da qui decise di cambiare nome in Strummer, letteralmente “colui che strimpella”.

Erano gli anni delle rivolte sociali nel Regno Unito, il costume e la musica stavano cambiando per sempre. Nel 1976 Strummer assistette al primo concerto dei Sex Pistols e ne rimane folgorato. Pochi mesi dopo salirà sul palco del Black Swan di Sheffield per aprire proprio i Pistols. Insieme a lui i suoi nuovi compagni di band Mick Jones, Paul Simonon e Terry Chimes. I quattro scelgono il nome all’unanimità: The Clash.

Da ondamusicale.it

Londra Chiama The Clash

I primi due album dei The Clash, l’esordio omonimo e “Give ‘em enough rope“, riscuotono un buon successo commerciale ma è con il terzo album, “London Calling“, che la band inglese si afferma come la più grande band punk del suo tempo. Dalla storica copertina che richiama Elvis, alle canzoni simbolo di una generazione di ribelli, con questo disco I Clash chiamano alle armi tutti coloro che erano stati lasciati indietro da un sistema borghese e ineguale.

Dal punto di vista musicale a lui e ai suoi Clash va il merito di aver dato al punk una veste nuova. “Non siamo la solita band che scrive tre accordi per una canzone” era solito ribadire alla stampa. Nella sua musica troviamo influenze rock ‘n’ roll, ska, hard rock, fino all’hip hop di “Sandinista!“, disco che ha appena compiuto 40 anni. Quasi nulla del sound della band di Strummer è copiato dai predecessori.

La fine del movimento punk coincide con quella dei The Clash, separatesi dopo sei album a seguito dell’allontanamento del batterista Topper Headon per problemi di droga nel 1982. Da quel momento Joe Strummer insegue i suoi progetti: le colonne sonore per diversi film e tre dischi con i Mescaleros, di cui uno pubblicato postumo nel 2003.

Diciotto anni fa un attacco cardiaco lo stroncò in modo improvviso. Dal 2004 nel mese di dicembre, viene organizzato regolarmente il Tributo italiano a Joe Strummer, una manifestazione per onorare la memoria del pioniere del punk che scrisse la storia fregandosene delle regole.

Simone Zangarelli