“Jukai-La foresta dei Suicidi”: manuale del suicidio

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Di Redazione Metropolitan

Jukai la foresta dei suici
Una locandina de “Jukai-La foresta dei Suicidi” -photo credits:web

Jukai-La foresta dei Suicidi” è un horror movie diretto nel 2016 da Jason Zada. Una trama apparentemente innocua e poco orginale, catapulta lo spettatore all’interno di un film che seppur girato in esterne, rende l’atmosfera piuttosto claustrofobica. Quella di Jukai è una foresta infatti conosciuta nel continente orientale per i numerosi suicidi. Aokigahara, questo è il nome originario da cui ha preso spunto l’horror di Zada.

Il trailer ufficiale di “Jukai -La foresta dei Suicidi”

Si tratta di una foresta di circa 35 Km al quadrato, che si trova a nord del monte Fuji in Giappone. Aokigahara è caratterizzata per lo più da rocce di origine lavica, alberi molto alti e fitti e piante molto legnose. Il tutto è poi condito da un atmosfera particolarmente silenziosa dove il vento è il vero padrone di casa. La foresta giapponese è particolarmente conosciuta dal suo popolo per i numerosi suicidi che avvengono al suo interno.

Cinquantaquattro commessi solo nel 2010 nonostante le numerose premure da parte dello stato che si è raccomandato ai cittadini di tenersi a distanza dal sinistro luogo. Cartelli in giapponese infatti e persino in lingua inglese, esortano gli abitanti a riconsiderare la loro decisione disperata.

Una scena del film horror-photo credits: web

“Jukai-La foresta dei Suicidi”: trama

“Jukai-La foresta dei Suicidi” racconta la storia di una giovane ragazza di nome Sara che parte per l’escursione disperata all’interno di una foresta giapponese in cui a quanto apre sembra che sua sorella gemella si sia dispersa. Jess è sparita in circostanze misteriose e sospette senza lasciare traccia di se. La foresta però in Giappone ha una storia abbastanza inquietante e Sara sembra non credere ai motivi che spingono la sorella ad immergersi in un posto senza ritorno.

Una scena del film -photo credits: web

Sara vola dall’altra parte del suo continente per ritrovare Jess ma quello che le si paleserà davanti ai suoi occhi è un posto che sembra già aver visto nei suoi incubi notturni. Qualcosa non va e nel silenzio della foresta Sara inizierà ad avere strane visioni, frutto di storie e misteri incomprensibili. Ci sono delle strane creature che abitano il luogo apparentemente tranquillo. Morire sembra inevitabile, nonostante ciò Sara terrà duro e cercherà di ritorvare la sorella gemella.

La protagonista Sara Price (Natalie Dormer) in una scena del film “jukai -La foresta dei sucidi”-photo credits: web

Scritto da Nick Antosca, “Jukai la foresta dei Suicidi” è un horror che si posiziona tra le buone pellicole dell’anno. Non ha grandi pretese ma risulta interessante lo sviluppo di una trama che tratta di una storia di origine orientale, vera. Un horror che destabilizza la nostra mente, inquietante, Antosca sviluppa una trama che non evoca solamente paura in perfetto stile da “jump cut” con scene horror ad alto impatto sonoro e poco visivo. Jukai -La foresta dei suicidi mette in scena la suggestione, forse uno degli ingredienti forti del genere futuro e presente.

Taylor Kinney e Natalie Dormer in una scena del film-photo credits: web

“Kuroi Jukai”: il libro che ha scatenato il tormento

La foresta di Aokigahara attualmente è al secondo posto per numero di suicidi dopo il Golden Gate Bridge di San Francisco. Tutto però è nato dopo il successo del romanzo intitolato “Kuroi Jukai“, “Il mar nero degli alberi“, così tradotto in italia, storia d’amore drammatica tra due giapponesi che scelgono questa foresta per suicidarsi. Il romanzo è stato scritto negli anni ’60 da Seichō Matsumoto. Si racconta che gli abitanti del grande continente asiatico, dopo la fama di questo romanzo siano stati incuriositi dal luogo, finendo per spingersi oltre i limiti.

I giapponesi hanno quindi cominciato a recarsi nella foresta di Aokigahara per togliersi la vita. Ad oggi possiamo contare circa 30 suicidi l’anno documentati dal 1950 l 1988. Nel 2004 si è raggiunto un record addirittura di 108 morti e dal 2010 il governo giapponese ha deciso di non rendere più pubblico il numero dei dispersi presso la foresta di Aokigahara, per non danneggiare ulteriormente l’immagine di questo posto.

La foresta in cui è stata ambientata la storia de “Jukai-La foresta dei suicidi”-photo credits: web

Leggende metropolitane del web, come anche gli abitanti delle isole vicine e limitrofe hanno diffuso la teoria che la foresta a nord del Monte Fuji, sia soprattutto abitata ed infestata da spiriti, “yurei” che non si danno pace e vivono tra gli arbusti, come anime tormentate, attirando gli sventurati passanti. Inoltre si è contribuito a rendere questo luogo maledettamente mistico, per via del malfunzionamento delle bussole magnetiche, al suo interno.

Curiosità sulla foresta in cui è ambientato il film

Aokigahara è a prescindere una foresta bellissima in cui non mancano escursionisti e docenti universitari che permettono ai loro studenti di vivere la magia non solo tetra del posto, ma anche e soprattutto ambientale. Prima del suicidio si racconta che la pratica del lasciarsi morire nella foresta, fosse un rito noto in epoca feudale, ed in particolare per le persone anziane. Si lasciava morire infatti una persona di terza età proprio nella foresta.

La pratica della morte volontaria o meglio quindi del suicidio in Giappone viene chiamata lo shinjū, è il nostro concetto occidentale di omicidio-suicidio per cause sia affettive con il partner che con la famiglia. In tempi più recenti si è anche diffuso un Manuale per il Suicidio, intitolato in Giappone, “Il Manuale Completo del suicidio“, di Wataru Tsurumi.

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Silvia Pompi