
Julian Barnes, uno degli autori inglesi contemporanei più importanti, compie oggi 74 anni.
Julian Patrick Barnes nasce a Leicester, il 19 gennaio 1946. Uno dei più importanti scrittori britannici viventi, i suoi romanzi e racconti sono considerati esempi di postmodernismo, accanto a scrittori come Ian McEwan e Kazuo Ishighuro. Sposato con l’agente letteraria Pat Kavanagh per trent’anni (fino alla morte di lei nel 2008), figlio di due professori di francese, e con un fratello, Jonathan, fra i principali studiosi di Aristotele. La sua vita sembra quasi un romanzo: ne parla infatti in Nothing to be frightened of.

Gli studi e il lavoro
Fra il 1957 e il 1964 studia Lingue moderne alla City of London School e al Magdalen College di Oxford. In seguito lavora per tre anni come lessicografo per l’Oxford English Dictionary. Trasferitosi a Londra per studiare Legge, abbandonerà per dedicarsi al lavoro di recensore, redattore letterario e critico televisivo per la New Statesman, la New Review e The Observer. A partire dal 1980 invece, mantenendo comunque il suo lavoro da giornalista, inizia a scrivere romanzi polizieschi sotto lo pseudonimo di Dan Kavanagh. Dal 1990 è anche corrispondente per il New Yorker. Questa passione per la scrittura lo caratterizza sin da piccolo, dice infatti riguardo la scoperta della letteratura:
“A scuola, una volta alla settimana dovevamo vestirci come soldati, con tanto di stivaloni, cinturone, berretto e bottoni tirati a lucido. Fu in quel periodo che iniziai a leggere Dostoevskij, e una cosa mi apparve chiara: tutto quello che ci avevano propinato, la cosiddetta realtà della vita, al confronto con quanto leggevo era solo un teatrino, uno spettacolo da quattro soldi. E non perché le vite dei personaggi di Dostoevskij fossero più interessanti, ma perché erano autentiche, descritte con onestà, a differenza di quanto mi era stato raccontato fino a quel momento. A un tratto ho pensato: i miei genitori non mi hanno detto la verità. E neppure i miei professori, i giornalisti, i politici” – Julian Barnes

Le opere
Nel 2011 vince il Man Booker Prize per Il senso di una fine, fu invece finalista altre tre volte con: Il Pappagallo di Flaubert (1984), England, England (1998) e Arthur e George (2005). Inoltre molto belli sono L’Unica storia (2018) e Il Rumore del tempo (2016). Sebbene i suoi romanzi siano spesso storie di disillusioni e di sofferenza, lo scrittore è un ottimista, e dice riguardo a quanto scrive: “c’è una promessa di futuro”. La sua scrittura delicata e semplice l’ha reso un maestro nel trattare temi storici, di amore, dei concetti di verità e realtà.

Il nuovo libro
E’ uscito in Inghilterra, l’11 novembre 2019, l’ultimo libro dello scrittore: The Man in the Red Coat. Per averlo in italiano purtroppo bisognerà aspettare ancora un po’, infatti al momento ancora non si sa la data di uscita della traduzione italiana. Dopo aver narrato le vicende del musicista Shostakovich, lo scrittore torna con un altro personaggio realmente esistito: il geniale ginecologo Samuel-Jean Pozzi. Ambientato a fine ‘800, si segue la vita privata e pubblica del dottore, con le sue numerose contraddizioni, come ogni storia di Barnes che si rispetti.