“Dai miei colleghi britannici non trapela alcuna indiscrezione riguardo lo stato di salute di Kate Middleton. Tuttavia, se si esclude una patologia oncologica dell’apparato genitale, i tempi di ricovero – 14 giorni dall’intervento chirurgico a cui la principessa del Galles è stata sottoposta, e i 3 mesi di degenza che dovrà rispettare – sono troppi, e per questo motivo compatibili con le conseguenze di un’endometriosi profonda, malattia invalidante che interessa l’apparato genito-urinario e la zona dell’intestino, tra colon retto e utero. L’endometriosi, infatti, causa forti dolori prima e durante il ciclo mestruale, quando si hanno rapporti sessuali e nella fase di defecazione. Dolori lancinanti che si manifestano anche con la minzione”. Così all’Adnkronos Salute Vito Trojano, presidente della Sigo – Federazione italiana di ginecologia e ostetricia, tornando sui problemi di salute della principessa Kate. “Ovviamente siamo nel campo delle ipotesi – tiene a precisare Trojano – anche se tutto farebbe pensare ad un intervento di isterectomia totale, con asportazione dell’utero e delle ovaie, dovuto all’endometriosi. Se così fosse, comunque la principessa del Galles potrà tornare ad una vita normale appena terminato il periodo di convalescenza”.
L’endometriosi in Italia “colpisce 3 milioni di donne – sottolinea l’esperto – tante sono le pazienti con diagnosi conclamata. Il picco si verifica tra i 30 e i 40 anni, ma la patologia può comparire anche in fasce d’età più basse”. La diagnosi arriva spesso dopo un percorso lungo e dispendioso, “il più delle volte vissuto con gravi ripercussioni psicologiche per la donna”. Le donne che soffrono di endometriosi riferiscono dolore mestruale. Il dolore può essere cronico e persistente, con aggravamento durante il periodo mestruale. Alcune donne lamentano astenia e lieve ipertermia, che può accentuarsi in periodo mestruale, e fenomeni depressivi, “anche perché è tra le principali cause di infertilità tra le donne. Il 30% di infertilità è infatti dovuta a questa patologia”. “Per questo motivo, anche grazie alla Sigo”, rimarca il presidente, l’endometriosi è stata inserita “nell’elenco delle patologie croniche e invalidanti, riconoscendo a queste pazienti il diritto ad usufruire in esenzione di alcune prestazioni specialistiche di controllo”. La malattia non si può prevenire, ma “il ricorso alla chirurgia deve essere l’ultima chance – avverte Trojano – anche perché risolve solo in parte il problema. Sul fronte farmaci, invece, abbiamo a disposizione dei progestinici. Utilizzati nel tempo riescono a tenere sotto controllo la sintomatologia, ma certo non riducono la formazione di cisti voluminose che vanno a comprimere altri organi”. (di Francesca Filippi)