Kazakistan, cosa c’è dietro alle rivolte?

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Di Redazione Metropolitan

Negli ultimi giorni l’atmosfera in Kazakistan è piuttosto tesa. L’aumento del costo delle risorse energetiche e i relativi rincari, infatti, hanno provocato un malcontento generale tra la popolazione. Tant’è che le insurrezioni che ne sono seguite hanno addirittura costretto il Presidente a sciogliere il Governo. Dal canto loro, le forze dell’ordine hanno attuato una repressione decisamente violenta contro i civili, sebbene si ritenga che dietro ai disordini possa celarsi qualcuno in particolare. A tal proposito, secondo quanto affermato dall’esperto cinese Yang Jin, l’ipotesi è che le proteste sarebbero state pianificate già da tempo.

Proteste in Kazakistan programmate e studiate, parola di Yang Jin

L’emergenza pandemica da Covid-19 ha avuto un impatto fortemente negativo sui settori dell’energia e della produzione. Lo dimostrano le dilaganti crisi economiche di numerosi Paesi e l’innalzamento vertiginoso dei prezzi. E sarebbero state proprio queste le cause scatenanti dei disordini in Kazakistan, che ha visto i cittadini scendere in piazza e dar vita a sommosse contro le autorità. Tuttavia, c’è chi pensa che suddette rivolte siano ben organizzate e mirate, e abbiano lo scopo di minare gli equilibri diplomatici e politici in quella zona del continente asiatico.

Sulla questione si è espresso Yang Jin, ricercatore junior presso il Centro per lo studio del Caucaso e dell’Asia centrale. Il politologo, difatti, ha dichiarato che “negli eventi kazaki non vediamo manifestazioni standard dell’intervento occidentale“, fa sapere il portale l’AntiDiplomatico. “[…] In Kazakistan – si legge – non vedo questo. Ma a giudicare da come si stanno sviluppando gli eventi, se teniamo conto della presenza di manifestanti ben armati, allora possiamo dire che le proteste sono state pianificate e organizzate in anticipo“. E in aggiunta a questo, l’uomo sostiene che i recenti avvenimenti potrebbero intaccare i rapporti con Pechino:

Sullo sfondo della pandemia, i paesi hanno già affrontato difficoltà nei settori della cooperazione commerciale, economica e degli investimenti. Gli attuali disordini non faranno che esacerbare la situazione“.

E del medesimo avviso è parso anche il Ministro degli Esteri della Cina Wang Yi. Non a caso, quest’ultimo ha affermato che i recenti sviluppi sono la dimostrazione della volontà di “ignoti” di voler destabilizzare l’area.

Non resta da far altro che attendere che le circostanze migliorino per avere maggiori informazioni a riguardo.

Scritto da Diego Lanuto.

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